Il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha tenuto una lunga conferenza stampa nella quale ha parlato di diversi argomenti. Non soltanto il tema Superlega e la necessità di nuovi tornei europei per club, il proprietario dei partenopei ha parlato anche dell’ecosistema calcio in generale.
«Sono stati momenti difficili questi del Covid, che non ci aspettavamo. Ci ha colti impreparati e quindi già nello scorso campionato avere questo problema nel mese di marzo, dover ritardare la fine del campionato e non avere spazio e tempo per preparare un’annualità che si è conclusa quest’anno dove ognuno pensa ai propri egoismi è stato difficile», ha esordito.
«Io avevo detto: “Con il Covid non sappiamo se gli stadi riapriranno, che senso ha programmare i campionati europei e quindi costringerci senza riposo, senza ritiro e senza un mercato vero a fare la corsa per creare degli assist agli istituzionalisti?”», ha aggiunto.
De Laurentiis parla di «coloro i quali non investono il loro denaro nel calcio e che stanno nei ruoli che ricoprono grazie a noi. Anzichè tutelarci ci creano dei problemi non da poco. Ora leggevo di questo problema che dato che il premier inglese ha castigato i protagonisti inglesi della Superlega, allora gli si accorda la possibilità di fare la finale a Londra (di EURO 2020, ndr)».
Poi, sulla considerazione del calcio in Italia: «Più di 30 milioni di italiani trovano nel calcio una valvola di sfogo, di questi l’80% è formato da uomini, allora perché caro Draghi ti disinteressi completamente al mondo del calcio che è una valvola di sfogo importante? Perché non convinci i tuoi colleghi a resettare tutti all’unisono le partenze dei rispettivi campionati posticipandone l’inizio a una data che sia foriera di serenità e tranquillità sul piano vaccinale? Perché in Europa non è nata un’obbligatorietà sui vaccini?», si è chiesto De Laurentiis.
«Caro Draghi – ha proseguito –, perché tu ti disinteressi dello sport nazionale numero uno? Tu non hai forse considerato che qui in Italia il calcio ha una valenza economica molto importante, però per colpa del Covid è sotto di un miliardo e mezzo che pesa, ma non mi sembra che il governo italiano si sia messo una mano sulla coscienza e abbia detto: “Leviamo il burocratese tipico della FIGC, apriamo una porta di innovazione, cerchiamo di verificare come sanare i bilanci in rosso”. Bisogna trovare una soluzione».
E ancora, sul fatto se avesse qualcosa da rimproverarsi per l’ultima stagione: «No, è stato un campionato falsato, ma falsato per tutti. La dietrologia può portare a cattivi pensieri, ma io non ne faccio. Il fatto dell’ultima partita, una grande delusione, io sono andato negli spogliatoi per suonare le gran cassa nell’intervallo e il gol segnato mi ha quasi rilassato».
«Non mi ha fatto poi piacere vedere il pareggio, e quindi tu arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso sul piano della tensione nervosa, dove sei già stato bastonato in partite in cui forse meritavi di più. Poi c’è l’episodio di Cagliari che ci aveva creato patemi d’animo, quindi io non ho nulla da recriminare perché è stato un anno e mezzo molto falsato», ha aggiunto.
In chiusura, ancora una critica agli Europei e una proposta provocatoria: «Abbiamo fatto un assist agli Europei senza sapere nulla e ancora oggi pensiamo di partire il 22 agosto senza sapere se potremo ospitare i tifosi. Vorrei che alcuni miei colleghi dicessero di convincere 7-8-9-10 squadre a non partire, qualcuno ci seguirà, ci ascolterà».