Il discorso del nuovo stadio di Milano è ormai diventato totalmente di dominio pubblico, al di fuori del solo contesto calcistico. Dall’assemblea generale di Assolombarda, l’associazione delle imprese che operano nella Città Metropolitana di Milano e nelle province di Lodi, Monza e Brianza, Pavia, il nuovo presidente Alessandro Spada ha posto l’attenzione sul tema di San Siro, e dell’importanza fondamentale del progetto per le sfide future della città.
«Lavoriamo insieme, cari sindaci, caro presidente della Regione, perché non ci siano tentennamenti su alcune delle partite importanti per il futuro di tutto il nostro territorio» ha dichiarato Spada, prima di elencarle una per una: nuovo centro di produzione Rai, sede del Tribunale unificato dei brevetti dell’Ue, «sulla quale chiedo il massimo impegno da parte del governo», Autorità europea Antiriciclaggio, e infine «compiuta realizzazione di tutte quelle strutture e infrastrutture necessarie per ospitare al meglio i Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026».
In questi progetti, l’area di San Siro giocherà un ruolo fondamentale: «Per la città di Milano un altro esempio è la riqualificazione dell’intera area di San Siro anche attraverso la costruzione del nuovo Stadio. Un’opportunità da non perdere per ricucire il tessuto territoriale di questo quartiere e riqualificare un contesto urbano ormai da molti anni privo di identità».
Il sindaco Sala è quindi intervenuto, replicando al presidente di Assolombarda sulla questione: «Sullo stadio io sono totalmente d’accordo che le squadre hanno bisogno dello stadio, il mio unico dubbio è che c’è la necessità di creare qualcosa di omogeneo. Il quartiere può essere parte attiva. Non possiamo avere un gioiellino lì e tutto intorno rimane quel che rimane. Per cui sì, ma in quell’ottica», ha spiegato Sala, concludendo: «Io non ho mai avuto ripensamenti, sono a favore del fatto che il progetto vada avanti, ma ovviamente gestisco il bene pubblico di noi milanesi che è la nostra area».