Quando Leonardo Bonucci, durante i festeggiamenti per la vittoria a EURO 2020, urlava «ne dovete mangiare ancora di pastasciutta» rivolto ai tifosi inglesi, non aveva tutti i torti.
I dati mostrano infatti che il consumo di pasta nel Regno Unito è crollato del 25% nel 2021, secondo quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi tre mesi dell’anno, riportata da Teleborsa.
Si tratta di un effetto collaterale della Brexit, che ha comportato maggiori difficoltà burocratiche e amministrative per l’ingresso dei prodotti nel Regno Unito. Le criticità maggiori interessano le procedure doganali, e riguardano anche l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli.
Difficoltà che mettono a rischio i 3,4 miliardi di euro annui di esportazioni agroalimentari italiane, con il Paese Oltremanica che si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti.
A essere interessata non è soltanto la pasta, ma anche il vino (in particolare il Prosecco), i derivati del pomodoro, i salumi, l’olio d’oliva e il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano.