Italia candidatura Mondiali 2030
(Foto: Matteo Gribaudi/Image, via Onefootball)

«La vittoria dell’Europeo dà un grande impulso alla ripartenza sociale ed economica dell’Italia, dà fiducia al Paese e questo è per noi motivo di orgoglio». Con queste parole il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha parlato a margine del Consiglio federale odierno.

Il numero uno della Federcalcio ha sottolineato come l’Azzurro non rappresenti soltanto un patrimonio di speranza ma anche un’opportunità di crescita economica e di benessere diffuso, concorrendo a fare dell’Italia un Paese più credibile e stimato, maggiormente inclusivo e anche più ricco. Non a caso, tutte le maggiori ricerche stimano l’impatto delle grandi vittorie calcistiche in almeno lo 0,7% del Pil (circa 12 miliardi di euro).

«Grazie al percorso netto fatto all’Europeo la FIGC ha incassato 28 milioni e 250mila euro. Aggiungendo gli introiti derivanti da accordi commerciali, l’incremento dei ricavi della Federazione è di circa 36 milioni di euro», ha sottolineato il presidente federale.

Gravina ha poi ricordato altre iniziative che hanno dato valore aggiunto alla vittoria, dall’organizzazione di Casa Azzurri, aperta per la prima volta al pubblico e visitata da oltre 12mila persone, al coinvolgimento degli italiani sia a Monaco di Baviera per i quarti di finale con il Belgio che in occasione delle tre gare disputate a Londra.

«Una delle cose che ci ha fatto più piacere e ci ha dato maggiore gratificazione è stato il coinvolgimento dei più giovani. Nell’ultimo anno e mezzo a causa della pandemia abbiamo perso 200 mila tesserati, vedere così tanti giovani felici in ogni angolo del Paese ci ha dato forza e gratificazione. Il tanto bistrattato calcio, messo spesso all’angolo come se fosse una Cenerentola, ha dato una risposta straordinaria. La nostra Nazionale ha coinvolto emotivamente tutti. Giovani, bambini, ragazzi, tutti con la maglia azzurra. Il calcio sa unire le persone», ha spiegato.

E sull’intenzione di ospitare in futuro una competizione internazionale ha ribadito: «Valuteremo una candidatura dell’Italia all’Europeo del 2028 o al Mondiale del 2030, in cui si festeggia il centenario del campionato del mondo. Giochiamo la prima partita, poi penseremo all’altra».

Qualora l’Italia fosse scelta come sede ospitante della competizione, raggiungerebbe il Messico come numero di edizioni organizzate della rassegna iridata. Lo Stato dell’America Centrale, in virtù della candidatura congiunta con USA e Canada per il 2026, salirà infatti a tre come numero di Mondiali ospitati. In caso di Europei, invece, sarebbe eguagliato il record della Francia, sempre di tre edizioni.

Prima però è necessario un salto di qualità nell’impiantistica sportiva: «Dobbiamo migliorare la condizione degli stadi perché se non avviamo un percorso di investimento nelle infrastrutture non potremo mai ambire all’organizzazione di un grande evento. Stiamo avviando una serie di sinergie con l’Istituto per il Credito Sportivo e il Governo. Dobbiamo fare le cose in tempi rapidi, per me non esiste l’idea che “non ho gli stadi, ma se mi dai l’evento li costruisco”. Non è così che si lavora», ha concluso.

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