Serie A YouTube in chiaro
(Andrea Staccioli / Insidefoto)

I presidenti dei club di Serie A hanno chiesto tempo per analizzare a dovere l’idea di scendere da 20 a 18 squadre, che sia dal 2023 o dal 2024. Un’ipotesi che va affrontata con attenzione, anche se la maggioranza dei club non la vede affatto di buon occhio.

Come scrive La Gazzetta dello Sport, i motivi sono chiari e sono emersi anche dai “contro” evidenziati in assemblea da Deloitte, che ha messo a punto un dettagliato report con i possibili scenari in caso di modifica del format.

La formula più gettonata è quella che vede impegnate 18 squadre con due gare di playout per decidere la terza retrocessa. In questo caso si passerebbe dalle attuali 380 gare a 308, 72 gare in meno pari al 19% del totale. La situazione migliorerebbe di poco con i playoff, che aggiungerebbero tre gare da alta classifica.

In entrambi le situazioni il crollo del numero dei match è tale da rendere evidenti le perdite di ricavi sia sul fronte sponsor, sia su quello della biglietteria, ma soprattutto dal punto di vista dei diritti televisivi. Il calcio è in crisi e la maggioranza dei presidenti di fronte a questi scenari ha più di una perplessità sul nuovo format.

Tra coloro che sono a favore ci sono alcuni dei grandi club, spaventati soprattutto dalla mole di gare che arriverà con la riforma UEFA delle Coppe, soprattutto della Champions League. Il percorso è appena iniziato, ma quel che è certo è che anche tra i club favorevoli al nuovo format c’è chi è contrario alla formula con i playoff, convinti che un titolo importante come lo scudetto non si possa decidere così.

L’alternativa più probabile alle 20 squadre attuali resta dunque quella delle 18 con i soli playout, ma al momento anche questa è supportata da una minoranza dei club, mentre per essere approvata la riforma ha bisogno di 14 voti su 20.

Di questo si discuterà anche oggi in Federcalcio, quando ci sarà un incontro con le varie componenti del pallone per discutere dell’eventuale avvio di questo progetto con la sua road map, ma anche di tutta la riforma del sistema calcio per ritrovare a tutti i livelli la necessaria sostenibilità, tema su cui il presidente Gabriele Gravina è stato sempre determinatissimo.

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