Anche Enrico Preziosi si unisce al coro unanime del calcio italiano sul tema delle riaperture. Intervistato dal Corriere della Sera, il presidente del Genoa fa il punto della situazione, dichiarando che «senza pubblico senza pubblico negli stadi e forme di aiuto dal Governo, i bilanci di molte società sono a rischio».
Preziosi porta l’esempio del Chievo, sommerso dai debiti e di recente escluso dalla Serie B. La crisi economica, conseguenza del Covid, ha già prodotto perdite di 1 miliardo e 200 milioni, cifra destinata a crescere con la prospettiva di un’altra stagione a spalti semi-vuoti.
Uno dei problemi riguarda proprio l’ultimo decreto, che concede le aperture ma impone la distanza di un metro tra un posto e l’altro: «Dopo un anno e mezzo di mancati introiti da botteghino ora la nuova regola impone il distanziamento interpersonale di un metro. In pratica in quasi tutti gli stadi d’Italia saremmo costretti, se la normativa venisse confermata, a occupare un seggiolino ogni quattro, aprendo di fatto gli impianti per il 25 per cento della capienza».
L’impatto immediato non sarà soltanto sui botteghini in sé, ma sarà ben più ampio: «Con queste imposizioni avviare la campagna abbonamenti o vendere i pacchetti hospitality è impossibile. Io poi ho pure il rammarico di aver appena investito cifre ingenti per ammodernare Marassi».
Preziosi si prodiga quindi in difesa dei suoi colleghi presidenti, ribadendo l’importanza del calcio per l’economia italiana: «Ho la sensazione che qualcuno percepisca i presidenti delle società di calcio come ricchi scemi. Il luogo comune è “si lamentano ma poi siglano contratti milionari”. Ma a chi nutre questa convinzione vorrei spiegare che per ogni accordo siglato, l’esatto corrispettivo dell’ingaggio di un giocatore viene versato in forma di contributi nelle casse dello Stato».
«Le società di calcio sono aziende e come tali dovrebbero essere trattate. Perciò mi domando come sia possibile che il Governo, che con le regole sul pubblico negli stadi limita le mie entrate, poi pretenda dal calcio gli stessi prelievi fiscali precedenti alla pandemia» prosegue Preziosi.
Infine, il presidente rossoblù si mostra cautamente ottimista per il prosieguo dei colloqui con il governo: «Se prosegue la mancanza di dialogo con il Governo, dovremo pensare a una soluzione. In tal caso dovremmo fermarci a pensare a cosa fare. Le nostre richieste non possono non essere prese in considerazione ma sono fiducioso che attraverso un tavolo di negoziazioni arriveremo con l’Esecutivo a un punto di intesa».