I club della Premier League, il massimo campionato inglese, hanno deciso nella giornata di ieri all’unanimità di non consentire la partenza ai giocatori per le partite delle Nazionali che si disputeranno nei Paesi che fanno parte della lista rossa.
La decisione dei club – si legge in un comunicato –, fortemente sostenuta dalla Premier League, si applicherà a quasi 60 giocatori di 19 club del campionato inglese che dovrebbero viaggiare in 26 paesi della lista rossa durante la sosta di settembre.
Si sono svolte ampie discussioni sia con la FA (la Federcalcio inglese) che con il governo per trovare una soluzione, ma a causa dei problemi legati alla salute pubblica in relazione ai viaggiatori in arrivo dai Paesi della lista rossa, non è stata concessa alcuna esenzione.
Se fosse richiesto di mettere in quarantena (10 giorni) i giocatori al ritorno dai Paesi della lista rossa – spiega la nota –, non solo ci sarebbe un impatto sul benessere e sulla forma fisica dei giocatori, ma questi non sarebbero nemmeno disponibili per allenarsi e giocare due gare di Premier League, un turno delle competizioni UEFA per club e il terzo turno della EFL Cup.
L’amministratore delegato della Premier League Richard Masters ha dichiarato: «I club della Premier League hanno sempre sostenuto il desiderio dei loro giocatori di rappresentare i loro paesi – questo è motivo di orgoglio per tutti gli interessati. Tuttavia, i club sono giunti con riluttanza, ma giustamente alla conclusione che sarebbe del tutto irragionevole autorizzare i giocatori in queste nuove circostanze».
«I requisiti di quarantena significano che il benessere e la forma fisica dei giocatori sarebbero notevolmente influenzati. Comprendiamo le sfide che esistono nel calendario delle partite internazionali e rimaniamo aperti a soluzioni praticabili», ha concluso Masters.