Alessandro Giudice, già collaboratore di Calcio e Finanza, ha analizzato la situazione in casa Juventus e il nodo del debito dopo il calciomercato in una analisi pubblicata sul Corriere dello Sport.
Al centro, appunto, il nodo del debito, con la Juventus che, secondo Giudice, avrebbe fatto “un uso disinvolto del debito” nella sessione di mercato appena conclusa, partendo dall’operazione Locatelli: un affare in prestito biennale con obbligo di riscatto a 25 milioni che permette al club bianconero di rinviare il pagamento, come nell’operazione Kean.
Un problema che è “se il calcio allunga i pagamenti per dare respiro a conti in apnea. Basterebbe astenersi dal comprare calciatori, ma non si può perché i tifosi vanno tenuti buoni”. Così, secondo uno studio di Offthepitch.com citato nell’articolo, si legge che la Juventus è il club che ha aumentato più di tutti in Europa (+140 milioni) il debito a lun-
go termine tra il 2019 e il 2020: dietro c’è il Real Madrid, ben distaccato a +60, e poi Lione, Tottenham, Parma, Hertha, Wolverhampton, Watford, Fiorentina, Atalanta, Leeds, Barcellona e altri.
“Perché un club con 400 milioni di aumento di capitale in ponte ricorre a tecniche di palese rinvio dei costi e degli esborsi finanziari?”, si chiede Giudice. Per quanto riguarda i costi, l’analisi è che l’obiettivo è quello di rientrare nei paletti del FPF, mentre “la strategia di rinviare l’esborso rivela tensioni di cassa confermate dall’anticipo di 75 milioni della quota Exor”.
Il problema del debito, tuttavia, rimane un “fantasma che si aggira nell’Europa del pallone”, anche perché “le passività creano gap tra chi non le fa e chi finanzia spese correnti rinviando i pagamenti”. Con il rischio di una situazione come quella del Barcellona, che ha quasi un miliardo di passività a breve contro 368 milioni di attivo. In Italia, il debito aggregato della Serie A è cresciuto del 53% in 5 anni fino agli attuali 4,7 miliardi (150% del fatturato) ma i ricavi nello stesso periodo solo del 26%. Una situazione in cui, all’interno, ci sono debiti alti (Juventus, Inter e Roma) ma anche casi più virtuosi (Napoli, Milan, Atalanta e Torino), in quella che sta diventando una scommessa sempre più rischiosa.