Mezzo miliardo di euro. Questa è la cifra stratosferica investita dal Psg – e svelata dal quotidiano spagnolo El Mundo – per l’affare che ha portato il brasiliano Neymar a vestire la maglia del club francese a partire dalla stagione 2017/18.
Oltre al pagamento del più costoso trasferimento della storia calcio, 222 milioni di euro, il club francese – si legge in 19 pagine di documenti – ha garantito al calciatore nell’agosto 2017 «lo stipendio di 43.334.400 euro lordi per anno» e di 50.556.117 euro sempre lordi «come premio fedeltà» nel caso in cui si fosse fermato anche il sesto, fino al 2023, come avverrà.
La società del Qatar garantisce al brasiliano «il pagamento di 3.611.200 al mese» e si riserva lo sfruttamento di «tutti i diritti di immagine del calciatore», con tanto di dettagli: «audio, video, telefono, poster, striscioni, tessuti per la casa o articoli da spiaggia».
L’accordo prevede che, qualunque cosa accada, l’attaccante riceverà 185 milioni di euro netti durante la durata dell’accordo — quindi un fisso di 30 netti annui — e che ogni contingenza fiscale e legale sarà a carico del Psg.
Sul contratto compaiono anche i doveri spettanti al fuoriclasse: deve pagare tutte le sue tasse in Francia e non deve commettere reati, «che non saranno tollerati». Tra le clausole curiose – ma piuttosto remunerative – anche mezzo milione di euro al mese per salutare i tifosi.
In sostanza oltre allo stipendio mensile netto di 3 milioni, il Psg versa al brasiliano anche 541.680 euro lordi «che in nessun caso possono scendere sotto i 375.000 netti». Ogni trenta giorni, già. In cambio la stella del Paris Saint-Germain deve essere sempre «cortese, puntuale e gentile».
Non solo: ha il dovere di essere sempre «disponibile con i tifosi», che include il «salutare e ringraziare i fan prima e dopo ogni partita». In più deve «evitare ogni commento negativo sul club e contro quelli che ci lavorano o lo appoggiano». Vietata anche ogni «osservazione tattica in pubblico».
Il bonus etico include pure un’ultima postilla: «Divieto assoluto di qualsiasi tipo di propaganda politica o religiosa che possa recare danno al club». C’è anche la penale: «Il bonus etico non verrà corrisposto se anche solo uno di questi obiettivi non verrà raggiunto».