Ricomincia la ricerca da parte di Suning di un partner finanziario che possa contribuire al sostegno dell’Inter. Lo riporta La Repubblica, spiegando che la proprietà è aperta sia a un socio di minoranza che a un fondo di debito pronto a concedere prestiti.
Le cessioni di Lukaku e Hakimi insieme hanno portato 185 milioni di euro in cassa, solo in piccola parte erosi da nuovi acquisti, ma sortiranno i loro effetti positivi solo sul prossimo bilancio. Al contrario, come accaduto anche per la Juventus (perdite record), i conti 2020/21 faranno registrare un rosso pesante.
I manager dell’Inter hanno fatto un lavoro di alto livello, portando tra Lenovo, Socios e Zytara/DigitalBits una crescita del 245% nei ricavi da sponsorizzazioni. Parallelamente il settore sport è riuscito a generare sul mercato dei calciatori un attivo di oltre 130 milioni: fuori Lukaku e Hakimi, dentro Correa, Dumfries e Dzeko, più una serie di operazioni minori.
Eppure, nonostante l’enorme sforzo dei dirigenti, anche nella stagione in corso il club continua a bruciare circa 12 milioni di cassa ogni mese. A pesare sulla gestione ordinaria, Covid a parte, sono gli interessi che l’Inter deve corrispondere ai creditori: ogni anno, oltre 40 milioni di euro.
Il fondo statunitense Oaktree ha prestato a Suning 275 milioni lo scorso maggio a un tasso intorno al 9%. Sul club gravano due bond: uno da 300 milioni al 4,8% e uno da 75 al 6%. Entrambi sono in scadenza e andranno ricollocati sul mercato nel prossimo dicembre.
Con questo assetto debitorio l’Inter potrebbe doversi trovare a vendere giocatori a ogni sessione di mercato per far tornare i conti. Oppure dovrà puntare su un’operazione speciale che aumenti il valore del club. Quale? La costruzione del nuovo stadio di San Siro.
Con il prestito di Oaktree – sottolinea ancora La Repubblica – la proprietà ha comprato un anno di tempo. Poi sarà costretta a ricapitalizzare, fare entrare nuovi soci, o vendere in toto il club a un soggetto in grado di garantire continuità nella gestione aziendale e nel progetto sportivo.
E’ qui – dunque – che la palla potrebbe passare ai fondi d’investimento. Soprattutto quelli sovrani dei Paesi della penisola araba, che non investono capitali raccolti sul mercato da investitori privati, ma direttamente i proventi delle royalties sulla vendita di petrolio e gas naturale.
Nonostante ancora non ci siano conferme, non è un segreto che il fondo saudita Pif investirebbe volentieri nel calcio europeo. Ci aveva già provato con il Newcastle in Premier League, mettendo sul piatto 332 milioni, ma fermandosi di fronte alle resistenze politiche da parte del sistema calcio inglese.
Attualmente, quindi, la strada più verosimile è che Suning possa resistere in sella all’Inter se troverà soldi freschi entro un anno, sotto forma di un prestito, dell’entrata di un nuovo socio nel capitale, o di una disponibilità propria.
Tempo che – post elezioni comunali – servirà per arrivare alle firme del nuovo contratto per la costruzione del nuovo stadio di San Siro, in condominio col Milan: firmati tutti i contratti per il nuovo impianto, con relativo sviluppo immobiliare dell’area, l’Inter potrebbe incrementare il suo valore e gli Zhang vendendo potrebbero così rientrare almeno di una parte degli investimenti a perdere fatti finora.
[…] to La Repubblica, via Calcio e Finanza and Sports Witness, Inter Milan are actively seeking financial investment and are considering the […]
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