Gravina azionariato popolare
Gabriele Gravina (copyright: Nicolò Campo/via Onefootball)

Il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente della Figc Gabriele Gravina sono intervenuti in occasione di “Se non ora, quando?”, il seminario sull’azionariato popolare nel calcio promosso da Interspac, la holding creata nel 2018 da un gruppo di manager-tifosi dell’Inter che punta ad acquisire una quota di minoranza nel club nerazzurro.

«Il tema azionariato diffuso come partecipazione popolare è una via da studiare per capire se sia in grado di alleggerire peso del grande indebitamento. Dopo anni, è tempo di valutare al meglio se e come si può integrare nel sistema calcio italiano che deve essere sempre più stabile e sostenibile», il pensiero del presidente federale.

«La vostra iniziativa merita molta attenzione, è un tema di grande attualità nel mondo del calcio. Ci sono alcune idee ottime dopo le crisi finanziarie che hanno colpito le società, poi c’è l’aspetto congiunturale», ha sottolineato invece Malagò sul tema.

«I ricavi sono scesi in modo preponderante e non mi sembra ci sia stata altrettanta volontà di abbassare i costi. Oggi bisogna fare qualcosa di diverso. Le istituzioni del calcio hanno presente il problema, non si può continuare ad accumulare debito stando sulle spalle dei soggetti che investono e rischiano di stare col cerino in mano», ha aggiunto.

«Una delle opzioni è l’azionariato popolare, esiste già in Spagna ma c’è anche un interessante modello che impone regole in Germania che sono quelli che hanno la best practice in assoluto, benchmark di riferimento. Chiaro, avere una forma al 100% che consenta di avere l’azionista tifoso è un sogno chimerico ma potrebbe essere un presupposto, un anticipo di quelli che sono il desiderio e la volontà che esistono nel cuore della gente, che possono risolvere almeno parzialmente i problemi finanziari», ha spiegato ancora Malagò.

«È una spinta coraggiosa – ha concluso – che non mi sento di escludere. Se i problemi sono elevati può essere un valore aggiunto da tifosi eccellenti che sono un punto di riferimento in altri settori e possono dare professionalità al mondo del calcio. Da una parte c’è la volontà di essere vicini alla maglia, dall’altra esporsi dal punto di vista finanziario».

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