I top club inglesi hanno chiesto alla Premier League di creare un fondo centrale da oltre 1 miliardo di sterline per affrontare i loro problemi di flusso di cassa ed escludere in questo modo i finanziatori che applicano commissioni elevate.
I dirigenti dei club coinvolti nelle discussioni – racconta il Financial Times – hanno affermato che la competizione calcistica è stata messa sotto pressione per creare un nuovo strumento di finanziamento attraverso l’aumento del debito o la garanzia di una grande linea di credito.
Uno dei dirigenti ha parlato di un fondo da almeno 1 miliardo di sterline, mentre altri hanno affermato che i club hanno richiesto l’accesso a una dotazione tra 1 e 1,5 miliardi di sterline. Un fondo centralizzato cercherebbe di sostituire i cosiddetti accordi di factoring con istituti di credito privati.
Il factoring, ricordiamo, consente ai club di prendere in prestito a fronte di ricavi futuri. Il denaro anticipato aiuta a saldare i costi immediati, come stipendi dei calciatori o le somme da versare per i trasferimenti degli stessi.
A proposito di questa mossa, il FT spiega che ci sarebbero tensioni tra le varie società. Le grandi hanno flussi di entrate affidabili che consentono loro di accedere a finanziamenti a basso costo, mentre ai piccoli club a costante minaccia di retrocessione vengono offerte condizioni peggiori in quanto i creditori andrebbero ad assumersi un rischio maggiore.
Un proprietario di un club della Premier League – per esempio – ha affermato che un potenziale prestatore ha offerto un tasso di interesse superiore al 7% per concludere un accordo di factoring. MSD Partners, un’azienda statunitense che investe parte della fortuna di Michael Dell, ha concesso prestiti a club inglesi tra cui il Southampton con un tasso di interesse annuo superiore al 9%.
Molti club sostengono che la Premier League è in una posizione più forte per raccogliere fondi a tassi molto più bassi, poiché qualsiasi debito sarebbe garantito contro i 9 miliardi di sterline che la competizione genera attraverso gli accordi pluriennali per i diritti televisivi.