Gravina Agnelli Superlega
Gabriele Gravina (Foto Andrea Staccioli / Insidefoto)

Lunedì 18 ottobre 2021, all’interno del programma “Tiki Taka – La Repubblica del pallone”, il talk show sportivo condotto da Piero Chiambretti in onda in seconda serata su Italia 1, è intervenuto il Presidente della FIGC Gabriele Gravina.

Sulla sua elezione nel 2018 con il 97% dei voti al primo scrutinio: “E’ stato un risultato straordinario. Mi è stata data questa grande responsabilità e credo che abbiamo ripagato la fiducia di tre anni fa con un ottimo lavoro”.

Sulla possibilità di vedere un calcio pulito, non violento e senza debiti:” È possibile lavorando tutti insieme per rilanciare il calcio italiano. Dobbiamo farlo in chiave più moderna per quanto riguarda gli aspetti gestionali se ci riferiamo al rosso ma abbiamo bisogno del supporto delle autorità governative. Dobbiamo sburocratizzare il nostro sistema per consentire al calcio di auto-determinarsi. Lo dobbiamo fare con grande senso di responsabilità. E poi dobbiamo togliere anche alcune scorie per eliminare episodi che si stanno verificando da qualche domenica”. 

Sul problema del razzismo negli stadi italiani: “Sono immagini eloquenti. Hanno ragione tutti coloro che ritengono che i soggetti che vengono individuati, e abbiamo i mezzi per farlo come dimostrano i casi di Firenze, Roma e Torino, devono stare fuori dagli stadi in maniera definitiva, con un DASPO a vita. E questo si può fare, noi l’abbiamo attivato come meccanismo cercando di spostare quella che era una responsabilità oggettiva, che penalizzava la maggior parte dello stadio, a una responsabilità individuale. E abbiamo inserito una norma delle sementi e delle attenuanti che sta dando risultati importanti: attraverso questa norma la società si può sgravare collaborando, si può fare. Abbiamo la tecnologia a disposizione. Basta prendere i singoli soggetti, espellerli dagli stadi e non farli più rientrare”.

 Sugli investimenti di proprietà straniere nonostante le difficoltà economiche del calcio italiano: “Il calcio italiano non è in bancarotta, vive le difficoltà economiche come altri Paesi europei. In questo momento abbiamo grandissime difficoltà aggravate dalla pandemia che ha generato una perdita ulteriore di un altro miliardo di euro che va aggiungersi alle perdite pregresse. Ma il calcio italiano è appetibile, ha un appeal straordinario rispetto ad altri, sia perché non è ancora stato sviluppato come meriterebbe, sia perchépotrebbe declinare non solo il calcio ma anche tutte le bellezze artistiche e culturali dell’Italia”. 

Sulle commissioni dei procuratori che si stanno arricchendo con i contratti dei giocatori: “Gli agenti sono una componente del mondo del calcio. Purtroppo, non abbiamo mai dialogato con loro, li abbiamo sempre considerati utili a definire alcune finalità legate sempre alla massimizzazione del risultato sportivo. E abbiamo sbagliato. Bisogna iniziare a dialogare sapendo che anche in quella categoria ci sono dei soggetti che generano delle negatività. Quelle le dobbiamo isolare e dobbiamo creare delle norme a livello internazionale, e poi dobbiamo anche farci delle domande, perché se ci sono i nababbi che li pagano, bisogna capire il perché vengono pagati perché non è che i procuratori vanno con le rivoltelle dalle società”.

Sulla possibilità dell’Europeo 2028 in Italia: “Coltivo i sogni e cerco di realizzarli. Qualcuno mi sembra di averlo già realizzato. Mi auguro di far diventare questo sogno realtà per il bene del calcio italiano”.

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