Il giro d’affari della Premier League è destinato a crescere ulteriormente fuori dal Regno Unito. Il massimo campionato inglese è al lavoro per vendere i diritti tv delle proprie partite negli Stati Uniti d’America, dato che l’accordo attualmente in vigore scadrà al termine di questa stagione.
Al momento, i diritti tv della Premier League valgono 150 milioni di dollari a stagione negli USA. Questa la cifra versata da Comcast nelle ultime tre stagioni per consentire alla NBC di trasmettere le sfide di Manchester City, Manchester United, Liverpool e tutte le altre corazzate inglesi.
Secondo quanto riportato da The Athletic, il nuovo accordo – che prenderà il via nella stagione 2022/23 – potrebbe tuttavia consentire alla Premier League di far crescere i propri ricavi. Secondo l’analista Jack Genovese, un «accordo da 3 miliardi di dollari (2,6 mld di euro) per nove anni è possibile».
Una cifra incredibile, considerando che l’intesa per il ciclo 2013-2016 aveva un valore di 250 milioni di dollari in totale e che il contratto di sei anni dal 2016 al 2021 aveva invece un valore di 1,1 miliardi di dollari nel complesso.
Inoltre, a partire dalla prossima stagione i broadcaster che trasmetteranno la competizione potrebbero anche essere più di uno (si vocifera di un interesse di Dazn e anche Amazon potrebbe allargare la sua offerta calcistica). Per la prima volta negli Stati Uniti, la Premier League ha infatti messo a bando quattro diversi pacchetti.
Il primo è il classico pacchetto che comprende tutte le 380 partite della Premier League, da suddividere tra le varie piattaforme dell’offerente. Il secondo è nuovo: tutti i 380 incontri ma condivisi in co-esclusiva tra due partner.
Il terzo e il quarto sono pacchetti singoli ed esclusivi di 190 partite ciascuno. Un pacchetto contiene le partite di prima, terza, quinta, settima e nona scelta nei turni dispari di campionato e la seconda, quarta, sesta, ottava e decima scelta nei turni pari. L’altro pacchetto capovolge invece le condizioni.