E’ un anno complicato per Luca Campedelli. Dopo il Chievo, ora l’emergenza Coronavirus piega la Paluani, che chiede il concordato preventivo. Come riporta Il Corriere del Veneto, l’azienda dolciaria fondata nel 1921 e lanciata come realtà industriale a fine anni Sessanta dalle famiglie Campedelli e Cordioli ha presentato due giorni fa il ricorso per il concordato preventivo con riserva.
Richiesta subito accolta dai giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Verona (collegio: Monica Attanasio, Silvia Rizzuto e Luigi Pagliuca), che hanno concesso all’azienda fino al 22 febbraio 2022 per presentare la proposta di concordato, nominando commissari giudiziali l’avvocato Matteo Creazzo e il commercialista Andrea Rossi.
Un concordato in bianco, per mettere al riparo l’azienda dalle richieste dei creditori e predisporre un piano, con i consulenti di Gianni & Origoni e Kpmg, per mantenere la continuità e salvare intanto la campagna di Natale e quella pasquale 2022.
Proprietaria all’82% del club clivense, la delibera con cui il cda di Paluani ha approvato il ricorso al concordato preventivo risale a nove giorni fa e indica come elementi decisivi per la crisi la pandemia da Covid del 2020, che ha innescato una tensione finanziaria, a cui si è aggiunta la crisi della squadra di calcio.
Paluani ha ricordato di vantare nei confronti del Chievo crediti per 3,5 milioni a titolo di finanziamento soci e di «aver prestato fideiussioni per circa 11,7 milioni», al Chievo, «su un’esposizione debitoria che al 19 ottobre 2021 risulta pari a 6,9 milioni».
Secondo quanto scrive Paluani «è oggi evidente che i flussi a sostegno del ChievoVerona sono tra gli indici della crisi della Paluani e che il presente concordato è e sarà occasione e strumento per interrompere i rapporti infragruppo e focalizzare la società sul suo core business».
Per Paluani, quella che scatta è «un’operazione di ristrutturazione finalizzata a preservare la continuità aziendale». La società dice quindi di guardare all’«avviamento» e «finalizzazione della campagna natalizia» e al «mantenimento della forza lavoro nonché del miglior soddisfacimento dei creditori».