Campedelli crisi Paluani
(Foto: Francesco Pecoraro/Getty Images)

E’ un anno complicato per Luca Campedelli. Dopo il Chievo, ora l’emergenza Coronavirus piega la Paluani, che chiede il concordato preventivo. Come riporta Il Corriere del Veneto, l’azienda dolciaria fondata nel 1921 e lanciata come realtà industriale a fine anni Sessanta dalle famiglie Campedelli e Cordioli ha presentato due giorni fa il ricorso per il concordato preventivo con riserva.

Richiesta subito accolta dai giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Verona (collegio: Monica Attanasio, Silvia Rizzuto e Luigi Pagliuca), che hanno concesso all’azienda fino al 22 febbraio 2022 per presentare la proposta di concordato, nominando commissari giudiziali l’avvocato Matteo Creazzo e il commercialista Andrea Rossi.

Un concordato in bianco, per mettere al riparo l’azienda dalle richieste dei creditori e predisporre un piano, con i consulenti di Gianni & Origoni e Kpmg, per mantenere la continuità e salvare intanto la campagna di Natale e quella pasquale 2022.

Proprietaria all’82% del club clivense, la delibera con cui il cda di Paluani ha approvato il ricorso al concordato preventivo risale a nove giorni fa e indica come elementi decisivi per la crisi la pandemia da Covid del 2020, che ha innescato una tensione finanziaria, a cui si è aggiunta la crisi della squadra di calcio.

Paluani ha ricordato di vantare nei confronti del Chievo crediti per 3,5 milioni a titolo di finanziamento soci e di «aver prestato fideiussioni per circa 11,7 milioni», al Chievo, «su un’esposizione debitoria che al 19 ottobre 2021 risulta pari a 6,9 milioni».

Secondo quanto scrive Paluani «è oggi evidente che i flussi a sostegno del ChievoVerona sono tra gli indici della crisi della Paluani e che il presente concordato è e sarà occasione e strumento per interrompere i rapporti infragruppo e focalizzare la società sul suo core business».

Per Paluani, quella che scatta è «un’operazione di ristrutturazione finalizzata a preservare la continuità aziendale». La società dice quindi di guardare all’«avviamento» e «finalizzazione della campagna natalizia» e al «mantenimento della forza lavoro nonché del miglior soddisfacimento dei creditori».

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