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(Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images)

Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha aperto l’assemblea degli azionisti del club bianconero con un lungo discorso introduttivo, durante il quale ha messo sul tavolo i temi più importanti del recente passato e del futuro. Temi legati alla Juventus, ma anche al futuro del sistema calcio.

«Quest’anno siamo gli unici ad aver organizzato l’assemblea in presenza, essere unici è segno distintivo di questa società. Gli argomenti che tratteremo sono tutti di particolare rilevanza. Approveremo un bilancio con una perdita di 209,9 milioni, rinnoveremo il cda e proporremo aumento di capitale da 400 milioni che fa seguito all’aumento del 2019 per 300 milioni», ha esordito Agnelli.

Parlando del contesto del sistema calcio, Agnelli ha sottolineato che negli ultimi anni l’industria «ha avuto una crescita composta annua del 12% e non sembrava ci fosse una situazione che potesse mettere in difficoltà il modello di business. Parallelamente a questa crescita c’è stata un’inflazione incredibile nella valutazione dei calciatori. Siamo passati da 2,7 miliardi del 2012 a 7,4 miliardi del 2019, con un’inflazione dalla cessione di Pogba nel 2016».

A proposito del primo aumento di capitale, il presidente bianconero ha sottolineato che «c’erano anticipazioni di investimenti con aspettative di ritorni successivi. In questo contesto entro il quale si è mossa la Juve, è giusto vedere cosa è stato fatto in questi anni. Nel ciclo 2014-2018 abbiamo conseguito eccellenti risultati con un fatturato sopra 400 milioni».

E’ stato «intrapreso un percorso che ci aveva portato il migliore giocatore al mondo e fermento nelle istituzioni. Era il momento di investire, ma dopo aver completato l’aumento capitale nel gennaio 2020 il mondo si è fermato a causa dell’emergenza Coronavirus e ha colpito tutti».

«Tutte le linee di ricavo sono state messe in discussione, c’è stata una crisi di liquidità che ha portato a una crisi politico-istituzionale con il lancio della Superlega. Crisi che prosegue anche per i ruoli di Real, Barcellona e Juve, mentre oggi siamo in attesa di una pronuncia da parte della Corte di Giustizia», a proposito dei ruoli di UEFA e FIFA nel mondo del pallone.

«Il tema – ha aggiunto ancora – è comunque quello di guardare avanti, andremo a pulire gli effetti del Covid al termine di questa stagione. Il piano di investimenti proposto nel 2019 era credibile e gli effetti si sarebbero verificati a lungo termine, e può ripartire grazie all’aumento di capitale che proponiamo oggi».

In chiusura di discorso, Agnelli ha sottolineato – a proposito del tema Superlega – che «per 10 anni ho collaborato lealmente per cambiare un sistema che non tutela gli investitori e che ha abbandonato il merito sportivo nel 1991, quando si è deciso che una quarta classificata in Serie A avesse più diritti di un campione di un altro campionato».

«Quest’anno Juve, Real e Barcellona, nessuna di noi ha vinto il campionato e tutte partecipiamo alla Champions. Tante squadre che hanno vinto i rispettivi campionati non partecipano alla Champions League, che è definita oggi come una delle migliori competizioni sportive al mondo».

«La nascita della Superlega, che si basava su raggiungimento di un accordo con UEFA e FIFA o sul riconoscimento di organizzare un torneo in competizione con quelli attuali, è stata la constatazione da parte di 12 club del fatto che le obsolete impalcature su cui si regge il calcio stanno rifiutando il cambiamento per una classe politica che non compete, decide e vuole incassare. Non mi voglio arrendere, il sistema ha bisogno di un cambiamento e la Juventus ne vuole fare parte. Ma solo attraverso il dialogo costruttivo si potrà arrivare a un risultato soddisfacente per tutti», è il monito di Agnelli.

Infine, una battuta su Cristiano Ronaldo e sull’importanza del club rispetto ai giocatori: «Avere il più grande giocatore al mondo è stato un onore e un piacere. Non possiamo che applaudire Cristiano e ringraziarlo per averci fatto gioire così tanto. Ma ha ragione Morata: è la maglia della Juve che richiede responsabilità, non un compagno di squadra, e la Juventus è più grande di chiunque abbia avuto l’onore di partecipare al suo percorso. La Juventus viene prima di qualunque persona».

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