Serie A separazione FIGC
Foto: Andrea Staccioli / Insidefoto

Proprio quando la situazione sembrava essere in miglioramento, con polemiche ridotte al minimo e un servizio streaming che, nonostante tutto, iniziava a funzionare a pieno, una nuova tempesta travolge DAZN. Le indiscrezioni del Sole 24 Ore relativamente allo stop da parte della piattaforma alla doppia utenza con un singolo abbonamento per chi non vive nella stessa casa (ovverosia lo stop della visione in contemporanea con un solo abbonamento) hanno trovato conferma nel corso della giornata, scatenando una nuova ondata di ira da parte di tifosi e appassionati sui social.

Non è la prima volta che DAZN finisce del mirino dei tifosi, e siamo soltanto a metà novembre. E se nel primo triennio dello sbarco della piattaforma OTT in Italia le giustificazioni per i problemi potevano arrivare anche dal ravvicinato periodo tra l’assegnazione dei diritti della Serie A e il via del campionato (diritti assegnati il 13 giugno 2018, campionato iniziato il 18 agosto successivo), per prepararsi all’inizio della Serie A 2021/22 DAZN ha avuto cinque mesi. Senza, tuttavia, di fatto presentarsi completamente pronta alla partenza.

E non parliamo solo delle difficoltà di trasmissione nelle prime gare (che come detto sono andate via via scemando), ma anche dell’assenza di servizi ormai base per gli utenti, su tutti la classica Diretta Gol (che ha esordito solo alla terza giornata) e anche la possibilità di vedere le gare in Full HD, che ancora oggi non è garantito da DAZN e lo sarà soltanto nelle prossime settimane. Per arrivare ad oggi, alla notizia che ha spiazzato tutti: stop possibilità per due utenti di seguire le gare contemporaneamente con un singolo abbonamento, a meno di non essere nella stessa casa.

Un fulmine a ciel sereno. Una scelta che può essere condivisibile (d’altronde, anche altri big come Netflix e Spotify si stanno muovendo verso la stessa direzione) anche in chiave lotta alla pirateria e che probabilmente è stata fatta con i numeri alla mano partendo dal presupposto che in tanti, alla fine, manterranno attivo il loro abbonamento, ma a far discutere sono in particolare le modalità: quasi a metà stagione, dopo aver sfruttato lo stesso tema per spingere gli abbonamenti in estate. Un danno di immagine, prima ancora che economico: già nel mirino per le questioni legate allo streaming, i social e gli appassionati di calcio in generale oggi sono esplosi, e le associazioni di consumatori sono sul piede di guerra.

E in tutto questo rimane anche il silenzio della Lega Serie A e dei presidenti dei club, considerando che alla fine sono stati loro a dare il via libera alla cessione dei diritti a Dazn. Una mancata presa di posizione che deriva anche dal fatto che, per ora, la stessa piattaforma OTT non si è ancora esposta in maniera ufficiale: da qui, la decisione di non commentare i rumours, in attesa di notizie ufficiali.

Tuttavia, la necessità, da parte dei club, di garantirsi maggiori entrate era evidente, ma altrettanto lo dovevano essere anche dei paletti a livello qualitativo di trasmissione e in generale di confezionamento del prodotto. E ora il rischio è quello di ridurre ancora di più il valore di un prodotto calcio che paga già per i tanti errori del passato.

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Classe 1990, giornalista.