(Photo by Dan Istitene/Getty Images)

«Parlare è facile. Bisogna farlo nei tempi e nei modi giusti. E comunque, gli arbitri che possono andare in tv a spiegare le loro decisioni appartengono a un’élite che è già in grado di sopportare le pressioni, anche quelle mediatiche. Pensiamo piuttosto al ragazzino che viene picchiato in una partita delle categorie giovanili, per un rigore o un’espulsione».

Così Pierluigi Collina, presidente della Commissione Arbitri della FIFA intervistato da Sportweek, esprime il suo giudizio sulla necessità e la possibilità di far parlare gli arbitri in televisione.

L’ex arbitro della sezione di Viareggio espone poi la sua opinione sulla VAR e sul suo operato nel corso di queste stagioni: «Estremamente positivo. Nel 2014 partecipai alla prima riunione in cui venne discussa l’opportunità di dotare l’arbitro di un supporto tecnologico. È uno strumento che sarà sempre più utilizzato. Perciò ne semplificheremo l’utilizzo, riducendone i costi e le persone coinvolte».

Infine, per quanto riguarda l’uniformità di giudizio per fuorigioco o fallo di mano: «Davanti a una regola che si presta a essere interpretata, l’uniformità è difficile, soprattutto quando chi interpreta viene da esperienze calcistiche diverse. La tecnologia serve anche a ridurre la difformità di giudizio».

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