Non soltanto l’AD della Serie A Luigi De Siervo. In occasione del Social Football Summit, evento dedicato alla sport industry in corso di svolgimento a Roma, nella cornice dello stadio Olimpico, Andrea Di Biase – Senior Partner di Calcio e Finanza – ha intervistato anche il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas.
Tra i temi snocciolati durante l’intervista dal dirigente del massimo campionato di calcio spagnolo la Superlega, le critiche a società come Psg e Manchester City, ma anche la necessità di un controllo dei costi mirato.
«Credo che stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel, sono tornati i tifosi allo stadio e i club più importanti sono stati quelli più colpiti. Ci sono segni di ripresa importante, per la Spagna è un tema sotto controllo, abbiamo un sistema che stabilisce limiti salariali e ci sono state limitazioni importanti degli stipendi dei giocatori. Per l’ambito economico ci sono stati impatti negativi, però a prescindere da quello che dice il Barcellona noi andiamo bene, non siamo insolventi e non abbiamo chiesto aiuti statali», ha esordito Tebas sulla pandemia.
«La Superlega non avrebbe risolto i problemi, il calcio europeo non è fatto da 20 club. Aumentare gli introiti delle gare internazionali avrebbe diminuito quelli delle gare nazionali, come la Serie A. Solo in Spagna per ogni stagione ci sarebbero stati 1,9 miliardi in meno di entrate con la Superlega. Ne sarebbe derivata tutta una serie di problemi», ha spiegato il presidente della Liga.
«I problemi dei grandi club si risolvono con un controllo economico, regolando il FPF in modo più diligente e agendo su club come Juve, Milan ecc. Ci sono anche considerazioni come gas e petrolio che incidono a questi livelli, i problemi di liquidità a breve termine si risolvono con un controllo dei costi. E’ importante avere un controllo in questo senso, la Superlega è una stupidaggine», ha aggiunto.
Sul tema calendari e idee di format per i club sullo stile Nations League, Tebas non ha dubbi: «Ci sono problemi economici, ma sono conseguenze dei format o di un Fair Play Finanziario inadeguato? Il problema non è il format, non è questa la soluzione ai problemi del calcio mondiale. E’ importante evitare il dumping economico, nel calcio stiamo permettendo che alcuni club competano con altri con perdite costanti. Dobbiamo cercare soluzioni economiche a problemi di carattere economico».
Per Tebas, bisogna essere «rigidi negli apporti di capitale illimitati ai club, perché così aumenta l’inflazione, lo vedremo con Psg e City. Questa situazione va regolata, quando parliamo di norme rigide nel campo del Fair Play Finanziario penso alla Spagna, abbiamo stabilito quanto i club possono spendere per le rose e i tecnici. Non è stato necessario chiedere soldi allo Stato, la rigidità di norme vuol dire essere rigidi su alcuni aspetti e non su tutto».
Ma la UEFA ha la forza per imporre una regolamentazione? Per Tebas «con un controllo economico adeguato ci possono essere ripercussioni su tutte le leghe. Il nuovo FPF non pone controlli su limiti salariali e apporti di capitale. Queste sono norme basilari, quello della UEFA va in direzione totalmente contraria e non siamo d’accordo con questa strada. Se questa è la direzione, noi saremo danneggiati in tal senso, la UEFA ha la responsabilità di creare un modello che faccia da ombrello agli altri sistemi di FPF nazionali».
Il presidente della Liga è poi tornato sul tema fondi, spiegando che «il 70% delle risorse sarà destinato a interventi di carattere infrastrutturale, fondamentali per la Liga. I risultati raggiungibili con CVC i club li avrebbero raggiunti nel giro di 20 anni, ci saranno conseguenze sulla creazione dei talenti e di conseguenza a livello di notorietà. Sicuramente CVC guadagnerà soldi, ma quanti più ne guadagneranno loro, altrettanti ne guadagneremo noi».
In chiusura, poi, un complimento alla Serie A e un monito per il futuro: «La Serie A deve essere consapevole del fatto che è la competizione con più margine di crescita. Bisogna adottare misure di governance e altre. Ci sono molti capitali e molte persone che vogliono investire, è importante creare un modello che consenta la crescita, altrimenti si rimane indietro nonostante la Serie A credo sia quella con più potenziale per avvicinarsi e insidiare la Premier League. Mi auguro che la Serie A possa trasformarsi in uno dei maggiori competitor di Liga e Premier, per evitare stupidaggini in futuro».