Sull’iter di naturalizzazione di Joao Pedro e di altri calciatori convocabili in Azzurro «il Club Italia se ne sta interessando a 360 gradi, stanno lavorando su tre posizioni e sono a buon punto. Noi risolviamo il problema formale poi spetterà al Ct valutare se chiamarli o no».
Lo ha detto il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, al termine del consiglio federale. Il presidente della Gedercalcio ha parlato anche di governance: «L’adeguamento degli statuti ai principi informatori è un tema che va avanti da tanti anni e la Lega Serie A ha principi lontani da quelli imposti dalla legge Melandri, dal Coni e via di seguito. Avevo già sollevato il problema tre anni fa».
«Oggi – ha aggiunto – viene sancito un principio di assoluta democrazia contro la possibilità che minuscole partecipazioni possano bloccare il normale svolgimento dei lavori assembleari. Ci sono ancora posizioni conflittuali da parte di chi è ancorato a vecchie logiche. La Lega Serie A ha diverse anime che si scontrano con diversi centri di interesse. Il confronto con altre realtà internazionali ci dice che qui stiamo fermi a dieci anni fa. Il calcio italiano deve cambiare culturalmente e come approccio».
«Dal Pino ha ragione quando mi chiede di dare maggiore peso politico alla Lega, ma il peso si conquista con proposte che oggi non sono ancora arrivate. La Serie A è una delle componenti fondamentali del calcio italiano», ha spiegato ancora Gravina.
Chiusura sulla riforma dei campionati: «Noi dobbiamo riformare il calcio, non solo i campionati. Ci sono incrostazioni e ruggini che bisogna cominciare a smuovere. Tra febbraio e marzo faremo un’assemblea, non l’abbiamo ancora convocata per rispetto della Lega Dilettanti. Voglio prima aspettare che finisca il commissariamento».