Milan Juventus incasso
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

Il presidente del Milan Paolo Scaroni è stato ospite nella giornata di oggi a “La politica nel pallone” trasmissione in onda su Gr Parlamento e condotta da Emilio Mancuso. Il numero uno del club rossonero è stato intervistato anche da Xavier Jacobelli, direttore di Tuttosport, e dal direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini.

Non solo il tema del nuovo stadio di Milan e Inter. Scaroni ha detto la sua anche per quanto riguarda il tema plusvalenze: «Non ho molto da dire anche perché non ci riguarda. Non vorrei che anche in questo caso il denominatore comune per le squadre italiane fossero che perdono soldi e quindi cercano di fare i salti mortali per superare i vincoli imposti dalla Covisoc. Ma finchè non ridiamo competitività al calcio avremo sempre problemi in Italia, e lo stadio può aiutarci in questo senso».

Scaroni è poi tornato ancora una volta sulle tempistiche del nuovo San Siro: «Prima delle Olimpiadi del 2026 non credo. Noi ci poniamo l’obiettivo di avere lo stadio pronto per la stagione 2026/27, per luglio-agosto del 2026. L’apertura dei Giochi olimpici sarà al Meazza, ma avrà già accanto il nuovo stadio».

E ancora, sui rapporti delle società con il Comune di Milano: «Siamo arrivati a una determinazione diversa dall’inizio proprio per richiesta del sindaco Sala. Anche questa operazione contribuisce a fare di Milano una città diversa e vivibile, come capitato in altre occasioni, penso ad esempio a City Life. Cose che sono anche state contestate ma che oggi i milanesi sono ben contenti di avere».

Il presidente del Milan ha detto la sua anche sul Decreto Crescita, il cui emendamento per bloccarlo è stato respinto nei giorni scorsi: «Tutto quello che ridà competitività alla Serie A e al calcio italiano è positivo. Cambiare la fiscalità vuol dire rendere la Serie A ancora molto meno competitiva, oggi siamo terzi come campionato e mi sembra che a questo problema si debba guardare principalmente».

Tornando al Milan. Scaroni assicura che non ci sia nessuna cessione in vista da parte del fondo Elliott: «Elliott non ha nessun obbligo di chiudere l’investimento. Decide di farlo quando si presentano le condizioni. Io non sento nessun orientamento verso la cessione, un giorno avverrà ma è un giorno molto lontano credo».

A qui si lega anche il discorso sulla salute economica del Milan, che nel 2020/21 ha dimezzato le perdite: «Le cose stanno andando nella giusta direzione. Tutto questo è fatto da un’attenzione ai costi, ma anche da un aumento dei ricavi. Io non dimentico che solo due anni fa il Milan fatturava meno di 200 milioni. Se non ridiamo competitività alle nostre squadre anche i risultati sportivi non potranno che essere una conseguenza di questo gap».

In chiusura una battuta sull’accordo CVC-Liga e sulla possibilità creata anche dalla Serie A a tal proposito: «Non sono sicuro che CVC per quanto riguarda la Spagna sia arrivata alla fine del processo che si augurava. Per l’Italia ho sempre avuto l’obiettivo di una Media Company efficiente nel vendere i diritti tv della Serie A nel mondo. Obiettivo che possiamo anche raggiungere senza CVC».

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