Un passaggio dalle famiglie al mondo della finanza che fa parte di un “processo inevitabile” ma l’importante è che “tutto questo serva a garantire agli appassionati tanto bel calcio”. Lo dice Silvio Berlusconi, ex proprietario del Milan e oggi patron del Monza, intervistato dal direttore di MF – Milanofinanza Roberto Sommella nel numero speciale per i 35 anni del quotidiano.
“Come sono cambiati calcio ed editoria in questi 35 anni? Sono cambiati profondamente entrambi, come del resto è cambiato il mondo intorno a noi. Nel 1986 Internet era solo un esperimento ad uso militare. Da allora tutto si è trasformato nel nostro modo di comunicare, di informarci, di divertirci. Lo sport già allora era un’attività di impresa, non soltanto un gioco, ed io entrai nel mondo dello sport con la consapevolezza dell’imprenditore unita però alla passione sportiva. Allora era possibile per una famiglia farsi carico di una squadra di calcio, che si identificava anche con una città”, le parole di Berlusconi.
“Oggi il grande calcio è un affare che riguarda la finanza internazionale, i grandi protagonisti sono petrolieri arabi, magnati russi, fondi d’investimento americani. Tutto legittimo, ma lontano dal territorio, dall’appartenenza, dalla passione sportiva. D’altra parte è un processo inevitabile, viste le cifre in gioco: l’importante è che tutto questo serva a garantire agli appassionati tanto bel calcio. Io avevo deciso di farmi da parte, poi ho trovato con il Monza una dimensione umana che mi ha davvero appassionato e mi ha convinto ad intraprendere questa nuova scommessa”
“Per quanto riguarda l’editoria le ragioni del cambiamento sono diverse: si parla spesso di crisi, ma io non credo che la crisi sia inevitabile. Bisogna che le grandi testate giornalistiche sappiano darsi un ruolo diverso dal passato. Un tempo erano la sola fonte di diffusione delle notizie. Oggi la televisione prima e la rete poi, con maggior forza, hanno assorbito questa funzione. Ognuno di noi è bombardato da notizie, in modo incontrollato e disordinato. La diffusione di teorie bizzarre come quelle dei no-vax si spiega in questo modo”.
“Le persone credono di essere informate ma non hanno gli strumenti per interpretare le informazioni. Questo è il compito della stampa, oggi. Dare un significato, un filo conduttore e un vaglio critico alle notizie. Metterle per così dire “in ordine”, senza naturalmente imporre la propria verità, ma fornendo ai lettori gli strumenti per fare scelte consapevoli. Naturalmente questo è molto più facile per la stampa specializzata, come Milano Finanza, che alla fine di questo processo ha un ruolo sempre più importante”, conclude Berlusconi.