Nella fase di stallo dell’indagine che ha portato all’arresto di Massimo Ferrero, emergono ulteriori dettagli sull’inchiesta da parte dei pm della Procura di Paola. L’ormai ex presidente della Sampdoria giovedì non ha risposto all’interrogatorio di garanzia del gip, così come fatto ieri dall’ex moglie Laura Sini e dal commercialista Aniello del Gatto e come dovrebbero fare lunedì la figlia Vanessa, il nipote Giorgio e l’autista dell’ex numero uno doriano.
Una indagine che, come riporta Il Secolo XIX, potrebbe fare luce su chi ci sia dietro il fondo Pkb. Si tratta, spiega il quotidiano, di una “stampella” della galassia Ferrero, indecifrabile però per quanto riguarda l’identità dei suoi amministratori. Scrive il giudice dell’indagine preliminare Rosamaria Mesti: «La compagine della Holding Max srl (società capogruppo) risulta costituita da Vanessa Ferrero (proprietaria d’una partecipazione pari all’80%), Giorgio Ferrero (15,24%) e Pkb servizi fiduciari spa (4,76%). La Holding Max srl detiene a sua volta il 100% della Sport Spettacolo Holding srl. La quale è amministrata da Massimo Ferrero e ha il 99,6% dell’Unione calcio Sampdoria spa».
Gli inquirenti vogliono scoprire quindi chi c’è dietro la Pkb. Pkb Servizi fiduciari spa, si legge sul sito del fondo, «è nata dall’esperienza di due banche: Pkb Privatbank SA, con sede a Lugano, e Cassa Lombarda spa, con sede a Milano». La prima ha il 70%, l’altra il 30. Nel 2016, Giorgio Ferrero cede il 4,76% di Sport Spettacolo Holding a Unione fiduciaria spa, e da quest’ultima nel 2020 le medesime azioni finiscono a Pkb. I pm di Paola potrebbero così mettersi in contatto con i magistrati genovesi, visto che la stessa società è finita nel mirino in un’inchiesta aperta nel capoluogo ligure a carico del broker petrolifero Gabriele Volpi, proprietario della Pro Recco ed ex patron dello Spezia.
Intanto, il collegio difensivo di Ferrero sta iniziando ad abbozzare la strategia per contrastare le accuse dei pm. Partendo da un precedente relativo a un processo «con contestazione pressoché analoghe» alla fine del quale Ferrero è stato assolto. Nel 2019 è uscito indenne dal fallimento della società Blu Film di Roma: secondo la procura di Roma era amministratore di fatto di quell’azienda, arriva la condanna ma in Appello la sentenza è ribaltata con l’assoluzione. Un precedente molto specifico, spiega l’avvocato Luca Ponti: «Non gli si può cucire quest’accusa addosso come fosse un habitus».