La UEFA torna a parlare di Mondiale ogni due anni, con la pubblicazione di uno studio indipendente – condotto dalla società di consulenza Oliver & Ohlbaum – su richiesta dello stesso organo di governo del calcio europeo. L’analisi valuta l’impatto economico che una Coppa del Mondo a cadenza biennale e un nuovo calendario calcistico per nazionali, sia per il calcio maschile che per quello femminile, concepito secondo il progetto presentato dalla FIFA, avrebbero sulle federazioni nazionali europee.
UEFA ricavi Mondiale biennale – L’impatto sulle competizioni UEFA
Secondo la UEFA, l’obiettivo annunciato di alleggerire ai giocatori il calendario calcistico è in contrasto con il raddoppio delle fasi finali, dato che ogni stagione si concluderebbe con un Mondiale o un campionato specifico di una confederazione. Tornei di tale intensità – si legge in una nota – non possono essere ripetuti ogni anno senza aumentare il logorio mentale e fisico dei giocatori, che in realtà si troverebbero a giocare anche più di un torneo a stagione, se tutte le partite di qualificazione andassero in scena in uno o due lunghi blocchi.
Nemmeno il calcio femminile verrebbe risparmiato data l’intenzione annunciata di raddoppiare il numero delle Coppe del Mondo femminili. I tornei di punta, infatti, non godrebbero più dell’esclusività del calendario e della piena visibilità, con impatti negativi garantiti in termini di esposizione e interesse dei tifosi e dei media.
Insieme alla fine dei Campionati Europei Under 21, l’intero sistema dei tornei giovanili per nazionali dovrebbe essere rivisto e probabilmente ridimensionato, come effetto del restringimento delle finestre disponibili per il calcio delle squadre nazionali.
Nel complesso, lo studio ha evidenziato che le perdite derivanti dai ricavi centralizzati (diritti di trasmissione delle qualificazioni europee maschili e della Nations League; distribuzioni da UEFA EURO) e da fonti individuali come la vendita dei biglietti e le sponsorizzazioni, potrebbero toccare una quota tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro su un ciclo di quattro anni, a seconda del numero di finestre di qualificazione disponibili (due o una sola).
Sono stati ipotizzati quattro differenti scenari, che incrociano il numero di finestre per le qualificazioni – una o due – e il numero di Europei, su base quadriennale – sempre da riprogrammare – o su base biennale come la Coppa del Mondo.
UEFA ricavi Mondiale biennale – I differenti scenari
Con un Europeo a cadenza biennale le perdite sarebbero limitate e i ricavi per la UEFA scenderebbero da 4,6 miliardi di euro a 4,2 miliardi – con due finestre di qualificazione – o a 4 miliardi, con una finestra soltanto. La distribuzione UEFA, di conseguenza, passerebbe da 3,6 miliardi a 2,2 o 2 miliardi sempre sulla base dei due scenari precedenti.
Come detto in precedenza, nel complesso l’impatto nel ciclo 2026-2030 sarebbe stimabile tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro, in crescita fino a oltre 3,3 miliardi di euro nel caso in cui l’Europeo restasse a cadenza quadriennale (ma riprogrammato in anni dispari per la presenza del Mondiale biennale negli anni pari).
UEFA ricavi Mondiale biennale – I fattori del calo
Tra i fattori indicati nello studio, che andrebbero a contribuire al calo dei ricavi, si segnalano l’aumento della frequenza e della vicinanza degli eventi con conseguente saturazione per lo spettatore e calo dell’interesse del pubblico.
Un maggior numero di tornei – tra Coppe del Mondo ed Europei – porterebbe anche a una riduzione del budget per i diritti televisivi delle emittenti. Ricavi da diritti tv, da sponsorizzazioni e da botteghino che andrebbero a calare anche a causa del numero ridotto di gare valide per le qualificazioni ai tornei europei.