(Photo by Alex Grimm/Getty Images)

Se da un lato le nuove norme del decreto Natale possono ridurre l’impatto della “variante Asl”, il tema della nuova quarantena ridotta non si applica a chi ha fatto la seconda dose da più di quattro mesi e soprattutto per i no vax. Un tema, quest’ultimo, su cui il calcio italiano ora si ritrova a spingere con forza.

Come spiega la Gazzetta dello Sport, con la circolare della primavera 2020 le squadre hanno a disposizione un regime speciale (con la possibilità per i contatti stretti di uscire per allenarsi e giocare), tuttavia però la presenza di calciatori non vaccinati nei vari club potrebbe le Asl a muoversi in maniera diversa considerando i rischi di un potenziale focolaio. Oltre al fatto, ovviamente, che dal 10 gennaio sarà necessario il Green Pass rafforzato (quindi vaccino o guarigione) per poter anche solo allenarsi.

Per questo le squadre, anche con la spinta dell’Assocalciatori, stanno spingendo sul tema vaccini: ad oggi, aggiunge il quotidiano, sono circa 25/30 i calciatori non ancora vaccinati, che i club stanno provando a convincere. Gli “irriducibili” sarebbero circa una decina, di cui 3/4 titolari fissi.

Tra gli altri, il Bologna negli ultimi giorni ha vaccinato i suoi tre giocatori no vax: i nomi restano coperti dalla privacy, ma alcuni indizi arrivano dai social. Sansone, su Instagram, ha infatti scritto: «I diritti umani non contano, non esiste più la libertà di scelta».

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