La Serie A si prepara a ripartire. Nonostante il dilagare della variante Omicron e i nuovi casi di positività all’interno delle squadre, il campionato – che tornerà ad accogliere tifosi per il 50% della capienza negli stadi – non si ferma e va avanti, almeno per il momento. La pausa nel momento più delicato per l’emergenza sanitaria potrebbe essere stata la “salvezza” dei club, che navigano comunque a vista.
Evitati focolai – fatta eccezione per il caso Salernitana, la cui sfida con il Venezia, dopo quella con l’Udinese, è a rischio – la Lega Serie A non ha alcuna intenzione di rinviare giornate o partite. Il calendario – sottolinea Repubblica – è molto denso e anche solo un’eccezione provocherebbe file di richieste che paralizzerebbero la stagione.
I tamponi preventivi al rientro hanno evitato per ora di far circolare il virus negli spogliatoi: qualcuno (il Napoli) è stato fermato prima della partenza per l’Italia. Altri (i giocatori della Roma) bloccati al rientro, anche solo per contatti con positivi. L’attenzione rimane comunque massima, dato che ieri il numero dei positivi in tutta la Serie A aveva superato abbondantemente i 55 casi.
L’idea è trovare una linea comune con le Asl, che comunque ora possono intervenire solo in caso di focolaio diffuso. Tra i temi, inoltre, anche quello dei giocatori No Vax, che in Serie A sono comunque una quota ridotta (intorno ai 25). I club stanno cercando di convincerli a vaccinarsi entro il 10 gennaio, quando entrerà in vigore il decreto governativo, la questione è però complessa sotto l’aspetto legale.
Per questo, almeno internamente, i club stanno lavorando i fianchi di chi non si è sottoposto nemmeno a una dose (c’è il caso di un atleta che ha ricevuto la prima dose ma non la seconda) mentre Lega e FIGC dialogano col ministero della Salute per capire cosa fare concretamente.