L’oligarca russo Roman Abramovich, proprietario del Chelsea, è diventato cittadino UE, ottenendo un passaporto portoghese e diventando così, anche l’uomo più ricco del Portogallo.
Come riporta il quotidiano portoghese Público, citato dal portale EastJournal, da fine aprile 2021 Abramovich ha beneficiato della “legge del ritorno”, con la quale dal 2015 il Portogallo offre la cittadinanza ai discendenti degli ebrei espulsi dalla penisola iberica durante l’inquisizione.
Attualmente, Abramovich vive a Londra, ma ha residenza fiscale sull’isola di Jersey, nel canale della Manica. Dopo aver fatto fortuna nell’industria petrolifera russa negli anni ’90 e aver comprato il Chelsea nel 2003, l’oligarca aveva avuto problemi a ottenere un nuovo visto nel 2018. Ora, con il nuovo passaporto UE, l’oligarca non dovrebbe avere problemi a portare avanti i piani per un nuovo stadio da 500 milioni di sterline per il Chelsea.
“Abramovich ha dimostrato di essere un discendente di ebrei sefarditi portoghesi attraverso un certificato rilasciato dalla comunità israelitica di Porto”, ha affermato un portavoce del ministero dell’interno portoghese. Secondo il rabbinato, la richiesta di certificazione “è approvata se il richiedente dimostra di essere ebreo e di aver mantenuto la tradizione di appartenere a una comunità ebraica di origine portoghese, altrimenti è rigettata”.
La famiglia Abramovich (un cognome comune tra gli ebrei ashkenaziti) è di estrazione russa e bielorussa/lituana, e non avrebbe alcuna connessione evidente con i sefarditi ispano-portoghesi. Aprendo, così, un caso su una serie di interrogativi sull’abuso della “legge del ritorno”, uno schema presente anche in Spagna fino al 2019.