Altro giro, altra plusvalenza. E altra operazione che risponde, anche come modalità, ai canoni della strategia Atalanta. Che punta a garantirsi incassi per garantirsi l’equilibrio a bilancio non solo per il presente ma anche per il futuro, guardando pure a medio termine. In attesa dell’ufficialità, la cessione di Robin Gosens all’Inter rappresenta uno di quegli affari che hanno fatto la fortuna dei bergamaschi negli ultimi anni: cessione oggi, ma gli incassi garantiti arriveranno per i prossimi bilanci. Anche perché, nel frattempo, la società di Percassi si è già garantita plusvalenze importante per il periodo in corso.
Basta guardare i dati degli ultimi bilanci per capire il peso del calciomercato nei conti dell’Atalanta. Nell’era Percassi, infatti, le plusalenze hanno garantito circa il 25% del fatturato registrato a bilancio dal club fino al 31 dicembre 2020 (ultimo bilancio disponibile), con incassi per 276 milioni su un fatturato pari a 1,1 miliardi.
Cessioni che hanno portato anche il bilancio dell’Atalanta spesso e volentieri verso l’utile: dal 2010 al 2020, infatti, a livello aggregato l’utile è stato pari a 111,m milioni di euro, con un +129 milioni fatto segnare dal 2017 ad oggi.
L’IMPATTO DELLE PLUSVALENZE A BILANCIO | ||||
Bilancio | Plusvalenze | Fatturato | % | Utili |
2010* | 8.333.780 | 20.154.633 | 41,35% | 103.128 |
2011 | 2.773.994 | 37.930.297 | 7,31% | -10.918.220 |
2012 | 12.361.859 | 59.641.479 | 20,73% | -2.155.308 |
2013 | 14.662.940 | 63.306.558 | 23,16% | 10.187 |
2014 | 14.217.720 | 61.207.903 | 23,23% | -2.813.004 |
2015 | 23.270.300 | 74.340.060 | 31,30% | -1.906.880 |
2016 | 22.472.637 | 83.088.547 | 27,05% | 256.916 |
2017 | 46.685.266 | 147.696.647 | 31,61% | 26.682.658 |
2018 | 24.231.467 | 155.740.626 | 15,56% | 23.958.355 |
2019 | 38.753.413 | 188.621.277 | 20,55% | 26.497.451 |
2020 | 68.482.096 | 241.997.996 | 28,30% | 51.738.249 |
TOTALE | 276.245.472 | 1.133.726.023 | 24,37% | 111.453.532 |
Fonte: elaborazione CF su bilanci Atalanta Bergamasca SpA | ||||
Dati in euro | ||||
*bilancio di 6 mesi |
La strategia sul calciomercato si è evoluta, tuttavia, nel corso degli anni. Arrivando, a partire proprio dal 2017, a modificarsi: cedere sì, ma garantendosi anche incassi per il futuro. In che modo? Le operazioni in prestito (oneroso o meno) con obbligo di riscatto, diventate sempre più centrali nel modus operandi bergamasco. Permettendo al club di strappare cifre più altre (visto che questo tipo di operazioni vanno comunque più a vantaggio di chi acquista) e di registrare a bilancio alcune operazioni a titolo definitivo subito, altri di spalmarle sugli anni successivi per avere già incassi importanti.
Una delle prime operazioni in tal senso è stata quella legata a Roberto Gagliardini. Nella stessa sessione di mercato nel gennaio 2017, infatti, l’Atalanta cede il centrocampista all’Inter e Mattia Caldara alla Juventus: se per il difensore si è trattato di una operazione a titolo definitivo (plusvalenza per 12,4 milioni), per Gagliardini invece l’affare si è concluso in prestito con obbligo di riscatto, scattato e inserito poi a bilancio nell’esercizio al 31 dicembre 2018 (plusvalenza di 20,4 milioni). In sostanza, Caldara ceduto per avere ricavi subito, Gagliardini per averli nel conto economico successivo.
Una situazione simile si è poi ripetuta nell’estate seguente, con due affari conclusi con il Milan. Nell’estate 2017, infatti, l’Atalanta cede ai rossoneri Andrea Conti e Franck Kessie, il primo a titolo definitivo e il secondo in prestito biennale con obbligo di riscatto: la plusvalenza dell’esterno (20,3 milioni) si va ad aggiungere a quella di Caldara per il bilancio 2017, mentre quella legata al centrocampista ivoriano viene invece inserita nell’esercizio 2019 (17,2 milioni), iniziando già a guardare quindi ai conti di due stagioni dopo.
Strategia che si ripete, poi, anche in diverse altre operazioni:
- Petagna: ceduto alla Spal nel 2018 in prestito con obbligo di riscatto, plusvalenza di 8,9 milioni nel bilancio 2019;
- Cristante: ceduto alla Roma nel 2018 in prestito con obbligo di riscatto, plusvalenza di 11,9 milioni nel bilancio 2019;
- Mancini: ceduto alla Roma nel 2019 in prestito con obbligo di riscatto, plusvalenza di 12,6 milioni nel bilancio 2020;
- Cornelius: ceduto al Parma nel 2019 in prestito con obbligo di riscatto, plusvalenza che sarà inserita nel bilancio 2021;
- Ibanez: ceduto alla Roma nel 2020 in prestito con obbligo di riscatto, plusvalenza che sarà inserita nel bilancio 2021;
- Barrow: ceduto al Bologna nel 2020 in prestito con obbligo di riscatto, plusvalenza che sarà inserita nel bilancio 2021.
Così facendo, ad esempio, già nel 2020 l’Atalanta era di fatto certa di incassare tre plusvalenze corpose nel 2021 per sistemare il bilancio. A cui, inoltre, si è aggiunta anche la cessione di Diallo al Manchester United per 21,3 milioni. Lo stesso, così, potrebbe ripetersi anche in chiave bilancio 2022, visto che la scorsa estate i bergamaschi hanno ceduto in prestito con diritto di riscatto Romero al Tottenham (con possibile plusvalenza da oltre 30 milioni) e che, allo stesso modo, si ripeterà quindi con Gosens, la cui cessione all’Inter permetterà all’Atalanta di avere già una plusvalenza importante nel bilancio 2023.