Nuovo stadio della Roma, si riparte ufficialmente. Con l’incontro andato in scena ieri pomeriggio tra il sindaco della capitale, Roberto Gualtieri, e il CEO della società giallorossa Pietro Berardi, la macchina politico-amministrativa che porterà alla realizzazione del nuovo impianto del club di proprietà della famiglia Friedkin si è rimessa lentamente in moto.
Quello di ieri pomeriggio è stato un primo incontro di carattere ufficiale, più “diplomatico” che operativo. Ma presto le cose inizieranno a muoversi: già nei prossimi giorni è stata fissata una nuova riunione con la proprietà a cui ne seguirà, a stretto giro, una seconda tra i tecnici comunali e quelli della Roma. E lì si inizierà a fare sul serio, a partire dall’individuazione dell’area del nuovo impianto.
«Positivo primo incontro con il CEO della Roma Pietro Berardi per stabilire un pieno rapporto di collaborazione tra Campidoglio e Roma e organizzare un metodo operativo con cui affrontare insieme tanti temi, a cominciare dallo stadio», è stato il commento su Twitter di Gualtieri, che non si è sbottonato ulteriormente sul tema.
Seppur più accattivante, il tema delle aree dove realizzare lo stadio oggi non è stato ufficialmente affrontato. La Roma nei mesi scorsi ha fatto filtrare la suggestione di volerlo costruire all’Ostiense, nella zona del Gazometro. Ed ha poi stretto un “non disclosure agreement” con Eni, proprietaria delle aree, per verificare la reale fattibilità di un intervento proprio in quella zona.
Ma secondo quanto riportato dall’agenzia Dire, i problemi da risolvere all’ombra del Gazometro, area molto gradita per realizzare un impianto all’inglese, vicina a due stazioni metro, e perché vicino alle origini testaccine del club, sarebbero non pochi. Tanto da far ritornare in auge la zona di Pietralata, un’altra suggestione su cui da tempo si discute anche a livello cittadino.