Non solo l’amministratore delegato di Pirelli Marco Tronchetti Provera. Anche il presidente del Genoa Alberto Zangrillo è stato ospite nella giornata di oggi a “La politica nel pallone” trasmissione in onda su Gr Parlamento e condotta da Emilio Mancuso. Zangrillo è stato intervistato anche da Xavier Jacobelli, direttore di Tuttosport, e dal direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini.
Il presidente del Grifone è partito dallo stato di salute del mondo del calcio: «Credo che contro il calcio ci sia un certo pregiudizio. E’ una filiera che produce fatturato e lavoro e quindi deve essere alimentata e protetta. Non deve prevalere l’immagine del calciatore iper pagato e ricco, ma quella di chi sostiene il sistema dalle fondamenta».
Sulla riapertura al 50% e sulla scelta delle ultime gare con un tetto a 5mila spettatori: «Lo stadio è l’ambiente più sicuro, perché tutti sono posti a vincoli estremamente severi. E’ un ambiente aperto, quindi secondo me, come Alberto Zangrillo, è completamente fuori luogo un’autolimitazione come quella decisa dalle società. Abbiamo applicato una regola che ci fa stare a posto con la coscienza, ma che non è assolutamente di buon senso».
Sull’esperienza con il club finora: «E’ stata inizialmente molto casuale, perché facevo parte di un gruppo di persone che rispondeva a requisiti richiesti dalla nuova proprietà. Il Genoa si sta muovendo in modo diverso, c’era necessità di una rottura in termini di mentalità. E penso che il Genoa lo stia dimostrando anche sul mercato, dove stiamo facendo colpi di rottura con il passato».
«Berlusconi? – ha detto parlando del proprietario del Monza, nonché paziente dello stesso Zangrillo –. Si è detto compiaciuto, è un uomo che ha amato il calcio e lo sport. Questo ruolo a me piace perché riesco a rimanere sottotraccia e posso cercare di fare comprendere come si sta muovendo la società per avere un futuro brillante».
«Il progetto del Genoa – ha concluso – è a medio-lungo termine ma non stiamo tralasciando assolutamente il breve termine. Il nostro è un brand straordinario e mai utilizzato appieno, quasi riconosciuto più all’estero che in Italia. Modelli come Atalanta e Sassuolo sono da copiare e vincenti, e se hai alle spalle la storia esiste un trampolino di lancio importante. Il tutto in una città straordinaria con una potenzialità eccezionale in termini di turismo. Il Genoa è uno degli argomenti che si deve rilanciare e che deve rilanciare Genova e la Liguria».