“Il corretto interlocutore istituzionale di una Lega è la federazione, che è in posizione di centralità”: così l presidente del Coni, Giovanni Malagò, risponde alla lettera indirizzatagli dalla Lega di A che riteneva “fuori dal diritto” le richieste del presidente della Figc, Gabriele Gravina, per la modifica dello statuto in tema di governance. Malagò, ricordato che la Lega può formalizzare ricorso fino al Collegio di Garanzia presso il Coni, nella risposta fa anche notare come alcune societa’ indicate come firmatarie gli abbiano “manifestato disappunto e disaccordo rispetto a quanto esplicitato” nella nota, sottolineando la divisione tra i club della massima serie.
I club, nella lettera inviata nelle scorse settimane (e da cui erano scaturite polemiche perché non tutti i club la avevano controfirmata, come sottolineato anche da Malagò), ritenevano che la pretesa della Figc “sia non conforme al diritto” e che la Lega, in quanto associazione privata, non può ricevere limitazioni alla propria autonomia “se non in presenza di motivi di interesse pubblico”.
Una pretesa, quindi, “non conforme al diritto”, sia per “la mancanza dell’indispensabile norma primaria che attribuisca un simile potere normativo a una Federazione” sia per la “natura stessa della Lega che è un’associazione di diritto privato, non riconosciuta e quindi è dotata del pieno diritto di autodeterminarsi. Tale autonomia non può sortire limitazioni se non in presenza di motivi di interesse pubblico”.
Secondo i club, la Figc non può quindi “interferire nelle scelte che attengono alla vita dell’associazione, come ad esempio imponendo determinati quorum costitutivi e deliberativi, tanto più con riferimento alla ripartizione dei proventi economici dell’associazione e delle sue associate. Quelle scelte (..) devono poter essere liberamente effettuate dagli associati a loro discrezione, senza imposizioni o condizionamenti dall’alto. Auspichiamo che il tema possa essere affrontato in tempi strettissimi nelle corrette modalità dalle parti interessate”.