Banca Ifis vola in Borsa dopo il nuovo piano. A Piazza Affari il titolo della società, che è sponsor di maglia della Sampdoria, ha guadagnato il 6,88% a 20,52 euro. Banca Ifis infatti prevede nel nuovo piano al 2024 164 milioni di euro di utile netto (161 milioni di euro di utile di pertinenza della capogruppo) e un Roe (Return On Equity) del 9%. Nel triennio 2022-2024 è atteso un utile netto cumulato di oltre 400 milioni di euro. I ricavi sono visti in crescita a 689 milioni di euro.
La banca punta a creare valore per gli azionisti con una distribuzione di dividendi di circa 200 milioni di euro cumulati nel periodo 2022-2024 corrispondente a un payout ratio attorno al 50%. Il CET1 è atteso al 15,1% al 2024 e sarà prudenzialmente superiore al 14% in tutto l’arco del piano. Quattro i pilastri delle linee strategiche ossia digitalizzazione (su cui prevede 76 milioni di euro di nuovi investimenti), partnership strategiche, efficienza e sostenibilità.
“Nel corso del prossimo triennio diventeremo una Banca sempre più digitale, efficiente, aperta a nuove partnership, orientata alla crescita sostenibile. Questo è il significato di D.O.E.S: digital, open, efficient, sustainable”, sottolinea l’a.d Frederik Geertman. Le persone sono poi al centro della trasformazione dell’istituto che prevede 200 nuove assunzioni di cui 150 giovani e un programma di formazione e di ‘reskilling’ per rafforzare e ampliare le competenze distintive dei dipendenti.
Per quanto riguarda il 2021, Banca Ifis ha superato i target e chiuso l’anno con l’utile netto in crescita del 46,2% a 100,6 milioni di euro. Per l’esercizio il cda propone all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,95 euro per azione, il doppio della cedola dell’esercizio 2020. Il pagamento è previsto a maggio.
“Nel 2021 abbiamo saputo cogliere le opportunità offerte dalla ripresa economica creando le basi per il piano Industriale 2022-24”, sottolinea l’amministratore delegato, Frederik Geertman. Lo scorso anno è stato, inoltre, raggiunto il record storico in termini di ricavi (602,5 milioni euro), di recuperi di cassa dei portafogli Npl acquistati (345 milioni euro) e di acquisti di portafogli Npl (3,7 miliardi euro).
L’utile, al netto della PPA (Purchase Price Allocation) e delle plusvalenze immobiliari, è sestuplicato rispetto a quello del 2020 ed è superiore del 10% rispetto a quello del 2019. Il risultato è conseguito nonostante gli interventi prudenziali nell’ambito della pandemia da Covid19 su rischio di concentrazione, vintage e portafoglio Npl acquisiti, e il sostenimento dei costi connessi al trasferimento e conseguente deconsolidamento regolamentare della sede legale della controllante La Scogliera.
“L’efficacia della delibera di trasferimento della sede legale de La Scogliera nel Cantone di Vaud (Losanna) ha consentito di ottimizzare la struttura patrimoniale del Gruppo dal punto di vista regolamentare. L’operazione – spiega Geertman – conferma al contempo, l’attenzione alla crescita di lungo termine propria dell’azionista di controllo. Il Cet1 al 31 dicembre 2021 si attesta così al 15,44% e supporta la stabilità della politica di dividendi”.
Il margine di intermediazione è in crescita del 28,8% a 602,5 milioni di euro e beneficia delle migliori performance del settore Npl pari a 257,6 milioni di euro (+94,6 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2020) e dei maggiori ricavi del settore Commercial & Corporate Banking pari a 283,2 milioni di euro (+60,5 milioni di euro sul 31 dicembre 2020). I costi operativi ammontano a 375,5 milioni di euro (+21,9%).
“Per quanto riguarda il settore Npl, nel 2021 abbiamo superato i nostri target acquisendo oltre 3,7 miliardi di euro di crediti non performing confermandoci market leader negli small ticket unsecured, con quota di mercato pari al 46%”, aggiunge l’a.d.
Il costo del credito è pari a 77,2 milioni di euro (in diminuzione rispetto a 91,4 milioni di euro del 2020) e include accantonamenti addizionali per ulteriori 18 milioni di euro nel portafoglio Npl per gli effetti di lungo termine legati al Covid19, per 12,5 milioni di euro a fronte del rischio di concentrazione e per 12,0 milioni di euro a fronte di posizioni del portafoglio commerciale con vintage elevata. Solida la posizione di liquidità: circa 960 milioni di euro al 31 dicembre 2021 di riserve e attivi liberi finanziabili in Bce.