Il SoFi Stadium di Inglewood, California. (Photo by Ronald Martinez/Getty Images)

Analisi a cura di arch. LUCA FILIDEI

(Master PCGdIS)

L’atteso Super Bowl, che stanotte contrapporrà i Los Angeles Rams (tra l’altro franchigia di stanza nello stadio di Inglewood insieme ai Chargers) e i Cincinnati Bengals, rappresenta per molti l’evento sportivo per eccellenza, una sorta di rituale che oltrepassa l’idea di una pur straordinaria finale tra due squadre, raggiungendo quell’atmosfera epica capace di rivoluzionare lo stesso concetto di sport. Con un immenso volume d’affari e un halftime show quest’anno animato da celebrità tra cui Snoop Dogg, Eminem e Mary J. Blige, lo scontro tra i campioni della NFC e della AFC sconfinerà in quell’unico e spettacolare connubio tra evento sportivo e puro entertainment, di cui proprio il Super Bowl è l’incontrastato modello.

Scenografia di tutto ciò sarà il SoFi Stadium, modernissima infrastruttura sportiva (con costi di costruzione stimati in 6 miliardi di dollari) con una genesi decisamente particolare. In seguito all’assegnazione dei Giochi della XXXIV Olimpiade, gli Stati Uniti hanno infatti provveduto al completamento di uno dei più interessanti impianti sportivi della contemporaneità. Ad affiancare lo storico Los Angeles Memorial Coliseum (1923), prima struttura ad ospitare tre edizioni dei giochi olimpici, ci sarà infatti proprio lo stadio del Super Bowl, inaugurato nel settembre 2020.

Nonostante la recente costruzione, la volontà di realizzare uno stadio ad Inglewood risale agli anni Novanta, quando l’idea non trovò un esito concreto per via della poca convinzione espressa dalla società dei Los Angeles Raiders (poi divenuta Oakland Raiders e, nel 2020, Las Vegas Raiders). Il primo passo per la costruzione avvenne così nel 2014, quando Enos Stan Kroenke (fondatore della Kroenke Sports & Entertainment), allora proprietario dei St. Louis Rams, acquistò un’area di 243.000 mq a nord di Inglewood. Da questo momento, grazie all’intervento del commissioner NFL Roger Goodell, favorevole al ritorno della National Football League a Los Angeles, si giunse al successivo step, prevedendo la realizzazione di un nuovo stadio in partnership con la Stockbridge Capital Group, proprietaria della Hollywood Park Land Company.

Del resto, il SoFi Stadium sorge sul sedime del Hollywood Park Racetrack, un ippodromo aperto nel 1938 la cui gestione era affidata proprio alla Stockbridge Capital Group dal 2005, ovvero quando la facility fu acquistata offrendo 260 milioni di dollari alla Churchill Downs Incorporated. Dopo la chiusura nel 2013, il sito si è subito prestato per eventuali progetti di riqualificazione, in parte già cominciati nel 2005 con l’operazione “Inglewood Renaissance”.

Con queste prerogative, sempre votate ad una rifunzionalizzazione dell’area, l’occasione offerta dall’accordo con E. Stan Kroenke si è rivelata di notevole importanza, ottenendo così una proprietà da 790.000 mq in grado di contenere non solo uno stadio da 70.000 posti, ma anche un intero nuovo distretto dotato di una mixité funzionale di assoluto rilievo.

Un progetto allo stesso tempo rivoluzionario e rischioso affidato allo studio statunitense HKS in collaborazione con Gensler, BCV Architecture + Interiors, Architects Orange, Hart Howerton e Studio-MLA.

L’obiettivo consisteva nella realizzazione di un concept iconico, capace di esprimere l’immagine della California del Sud, con le sue caratteristiche architetture, le industrie, il clima, la geografia e l’anticonformistico lifestyle costantemente suddiviso tra spazi indoor e outdoor.

Un aspetto alla base del SoFi Stadium attraverso una sinuosa copertura che non stabilisce limiti tra l’interno e l’esterno, proteggendo non solo il bowl, ma anche l’American Airlines Plaza (più di 10.000 mq) e uno spazio per eventi in grado di ospitare 6.000 spettatori. Tale elemento architettonico è realizzato parzialmente in ETFE, un materiale polimerico la cui potenzialità consiste nel filtrare i raggi solari evitando il surriscaldamento e, contemporaneamente, garantire la continuità visiva con l’ambiente outdoor. La disposizione di una copertura totale permette ovviamente di organizzare eventi, per esempio musicali, anche nei (rari) casi di condizioni metereologiche avverse.

 

Tuttavia, le precedenti esperienze dello studio HKS con l’AT&T Stadium (Arlington, 2009) e l’U.S Bank Stadium (Minneapolis, 2016), hanno addirittura permesso lo sviluppo di una particolare forma aerodinamica in grado di intercettare i venti e consentire un raffrescamento passivo della struttura, che comunque dev’essere intesa come open-air. La copertura mantiene infatti una notevole permeabilità, avvalorata dalla morfologia del catino, da 46 elementi apribili ETFE (su 309) con una superficie di circa 25 mq ciascuno e dalla texture di alcuni pannelli. I restanti 34.789 elementi sono infatti costituiti da alluminio anodizzato perforato sviluppato, dopo una serie di ricerche, dall’azienda Zahner di Kansas City.

Una particolarità è certamente il limite imposto dalla Federal Aviation Administration (FAA) per quanto concerne l’altezza dell’impianto sportivo. Il SoFi Stadium è infatti localizzato vicino al Los Angeles International Airport (a circa 5 km): una condizione che ha costretto i progettisti ad abbassare il campo di gioco ad una quota di -30 m rispetto al livello del terreno. Tale soluzione, che certamente contraddistingue lo stadio californiano, permette però di contenere l’impatto visivo di un’infrastruttura di queste dimensioni, integrandola meglio all’interno del parco. Inoltre, le promenades disegnate da HKS avvicinano il pubblico evitando la classica collocazione di spazi espressamente dedicati alla distribuzione dei flussi.

Nonostante la disposizione di 13.000 posti premium, 260 luxury suites, 12 club spaces e 7 suite experciences, che rendono il SoFi Stadium uno degli impianti più esclusivi, il progetto è apprezzabile per la notevole quantità di spazi aperti al pubblico indipendentemente dagli eventi organizzati. Come sostenuto da Mia Lehrer, fondatrice di StudioMLA, il concept si basa sulla profonda interazione tra stadio e spazio aperto, in una logica che segue le precedenti realizzazioni del Dodger Stadium (Los Angeles, 1962) e del Banc of California Stadium (Los Angeles, 2018) all’interno dell’Exposition Park, che include anche il già citato Los Angeles Memorial Coliseum.

Ed è proprio la vasta area outdoor (circa 101.100 mq) a rappresentare un secondo polo del masterplan Hollywood Park, con percorsi ciclopedonali che risalgono rialti o si addentrano in piccoli canyon sempre circondati da svariate specie arboree locali in grado di ricostruire la biodiversità del luogo. Assoluto centro di questa zona è il Lake Park, un lago artificiale da circa 22.200 mq ispirato al precedente bacino che contraddistingueva l’Hollywood Park Racetrack. Questo elemento, le cui rive sono arricchite dal classico bioma mediterraneo pianificato da StudioMLA, è costituito da sue sezioni il cui dislivello è colmato da una serie di cascate.

La sua funzione travalica però il mero aspetto estetico, poiché il lago costituisce una riserva idrica “naturale” utile per l’irrigazione degli spazi aperti. Inoltre, grazie alla partnership con il West Basin Municipal Water District, il Lake Park potrà riutilizzare circa 43.000 mc d’acqua proveniente proprio da 3 bacini di raccolta situati a sud-ovest rispetto all’impianto sportivo. Una strategia che in futuro potrà essere attuata anche nell’Hollywood Park Casino, oppure nelle 2.500 abitazioni predisposte nel masterplan. Del resto, quest’ultimo prevede anche la realizzazione di circa 74.300 mq destinati ad uffici, 83.600 mq ad attività commerciali, un hotel da 300 camere, oltre alla ultimazione del NFL Media Campus (luogo in cui si gestiscono NFL RedZone, NFL.com e NFL app).

Tuttavia, il SoFi Stadium rappresenta un’interessante evoluzione delle infrastrutture sportive anche per via dell’esperienza visiva, con uno dei catini più performanti della NFL e l’integrazione del primo LED Video Display con tecnolgia 4K sviluppato da Samsung. Quest’ultimo è caratterizzato da uno schermo “double-sided” a cui è incorporato un sistema audio JBL con oltre 260 altoparlanti (su 4.500 totali disposti nello stadio).

Una tecnologia che si ritrova anche nella flessibilità, con una capienza di 70.240 posti espandibile per ospitare circa 100.000 spettatori durante i grandi eventi già programmati come il Super Bowl LVI di stanotte, ma anche WrestleMania 39 (2023), il College Football Championship Game (2023) e le Olimpiadi 2028 (per il Mondiale 2026 è attualmente selezionato il Rose Bowl di Pasadena).

Nel 2022, il completamento di buona parte del progetto è certamente un successo, considerato anche la situazione pandemica e, purtroppo, due decessi avvenuti durante la costruzione dell’impianto.

Nonostante l’apprezzabile progressione del cronoprogramma, restano però destinate a semplice parcheggio diverse aree del sito di progetto. La speranza consiste nell’ultimazione del masterplan pianificato da HKS, con la costruzione degli edifici mancanti e di due linee del trasporto pubblico: la Metro Crenshaw Line’s Downtown Inglewood (la cui consegna dovrebbe avvenire a fine 2022) e l’Inglewood Transit Connector, un tram sopraelevato che stabilirebbe un collegamento tra la stazione della metropolitana e alcune destinazioni di Hollywood Park (SoFi Stadium) o delle vicinanze (per esempio, The Forum).

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