Chi è KKR
Logo KKR (Image credit: Depositphotos)

Chi è KKR? Il fondo statunitense – già accostato a TIM in tempi recenti – sarebbe secondo Sky a un passo a rilevare il controllo dell’Atalanta dalla famiglia Percassi, acquisendo l’85% del club bergamasco per la cifra di 350 milioni di euro.

Fondato nel 1976 come Kohlberg Kravis Roberts & Co, dal 2010 è quotato alla Borsa di New York, ed è cresciuto in diversi settori, dalle infrastrutture al real estate, dall’immobiliare agli hedge funds l’azienda, completando 280 investimenti di private equity in società in portafoglio con quasi mezzo miliardo di valore. Il fondo ha uffici in 21 città in quattro continenti (America, Europa, Asia e Medio Oriente).

Chi è KKR – “Barbari” a Wall Street

Negli anni ’80, il fondo KKR è diventato famosissimo anche nel mondo letterario come simbolo dell’aggressività della finanza newyorkese, dopo la pubblicazione del libro “Barbarians at the Gate” (Barbari alle porte), che narrava l’acquisizione ostile da parte del fondo KKR della società alimentare RJR Nabisco. A Wall Street, infatti, si chiamavano “barbari” coloro che lavoravano nelle società di private equity che si impegnavano nei Leverage buyout (LBO). Queste andavano a caccia di compagnie che avevano potenzialità ma che non avevano buone performance, le acquisivano attraverso una combinazione di emissione di azioni e debito (l’LBO) e successivamente massimizzavano il valore della speculazione per ottenere profitti.

Questa improvvisa (e spesso ostile) acquisizione, accompagnata da misure “non desiderabili” come il taglio dei costi ed i licenziamenti (effettuate per aumentare il valore della compagnia acquisita), erano spesso viste dal personale della compagnia e dagli osservatori esteri come atti di ferocia finanziaria. Da ciò, il marchio “barbari” che fu messo sulla fronte di queste aziende di private equity.

Ma cosa c’entra KKR in tutto questo? I barbari degli anni ’80 a Wall Street sono spesso stati giudicati alla luce del risultato della più grande LBO lanciata all’epoca. Nel 1989 l’impresa di Kholberg Kravis Roberts & Co. acquisì il gruppo RJR Nabisco per l’impressionante somma di 31.1 miliardi di dollari. Ad oggi rimane la più grande LBO nella storia.

KKR ad oggi gestisce asset per 429 miliardi di dollari (quasi 400 miliardi di euro) e ha un portafoglio di 109 società nei propri fondi di private equity che generano circa 244 miliardi di dollari di ricavi annui. Il fondo vanta un team di oltre 1.700 dipendenti, consulenti e senior advisors, compresi circa 550 professionisti di investimenti.

Chi è KKR – Gli investimenti più noti

In Italia, in particolare, lo scorso anno KKR è entrato in Fibercop a fianco di Tim e Fastweb, con il con 37,5% del capitale. Tra gli altri investimenti, si segnalano quelli in Endeavor (che possiede il circuito UFC e Miss Universo), nel gruppo editoriale tedesco Axel Springer (in cui KKR è il maggior azionista) e nella azienda produttrice di chitarre Gibson.

Inoltre, il fondo – tramite la sua controllata giapponese CK Holdings – ha acquisito dall’allora FCA nel 2018 la multinazionale Magneti Marelli S.p.A. per una cifra pari a 6,2 miliardi di euro. L’operazione, che ha dato vita al settimo produttore mondiale di componentistica per auto, è stata perfezionata il 2 maggio 2019. Poco tempo dopo, è avvenuta la fusione delle attività di Magneti Marelli e Calsonic Kansei, anch’essa controllata dalla CK Holdings, che diventerà Marelli Holdings.

Chi è KKR – Il ruolo del fondo

Per quanto riguarda il suo ruolo, KKR è una società globale di investimenti che offre soluzioni gestionali in ambito assicurativo, patrimoniale alternativo e dei mercati di capitali. Non è un fondo considerato speculativo: l’obiettivo dichiarato è infatti quello di generare interessanti ritorni sugli investimenti grazie a un approccio prudente e disciplinato agli investimenti, richiamando collaboratori di livello mondiale e supportando la crescita delle società nel suo portafoglio e delle comunità.

KKR sponsorizza fondi di investimento mirati ai segmenti del private equity, creditizio e immobiliare, e opera con partner strategici attivi nella gestione dei fondi speculativi. I risultati relativi al terzo trimestre dell’anno hanno evidenziato ricavi superiori alle attese grazie ai proventi dalle venditi nella divisione equity.

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