A musei, cinema e teatri, fondamentali per lo sviluppo del Paese. Al turismo e ai trasporti, colpiti dalla pandemia. Ovviamente anche ai ristoranti, discoteche, e persino alle banche che certo non riscuotono le simpatie degli italiani. Insomma, a tutti, fuorché alle società di Serie A. In un articolo della sua edizione odierna, Il Fatto Quotidiano parla così del tanto discusso tema dei ristori per il mondo del calcio.
A tal proposito, tempo fa il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis aveva commentato, dicendo: «Il governo deve capire che 25 milioni di tifosi sono 25 milioni di elettori». Ma se è vero che gli italiani sono tifosi e seguono con passione le proprie squadre del cuore, è altrettanto vero che sono soprattutto cittadini che hanno avuto difficoltà a causa dell’emergenza Covid.
Infatti, secondo una ricerca realizzata da Eumetra che prende in considerazione l’opinione di 1.500 intervistati, le società di Serie A sono le aziende che meritano di meno i ristori. Il report prende in esame le misure a sostegno delle imprese nel corso dell’emergenza, in base a vari fattori, dalla capacità di resistere in lockdown all’integrità morale, fino all’importanza per la società.
In testa ci sono le attività culturali, ma più o meno tutti i settori hanno qualche ragione da far valere. Tutti tranne il calcio professionistico, perché lo sport dilettantistico, secondo il sondaggio portato avanti da Eumetra, merita di essere aiutato a differenza della Serie A che su una scala di reputazione da 0-100, totalizza appena 14 punti, posizionandosi in fondo alla graduatoria.
Per la maggioranza degli intervistati un’azienda dovrebbe ricevere ristori se ha perso fatturato a causa della pandemia, ma a condizione che godesse di buona salute in precedenza. Secondo la maggioranza degli intervistati, il Covid è un alibi per i club di Serie A e – sempre secondo l’opinione di coloro che hanno partecipato al sondaggio – serve a giustificare un sistema a un passo dal collasso.
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