A partire dalla giornata di ieri, le 11 società tra Serie A, Serie B e Serie C che hanno ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini sul fronte plusvalenze, possono accedere agli atti della procura federale. Ci sono 15 giorni di tempo, quelli che i club hanno a disposizione per inviare tutte le memorie difensive ed evitare il deferimento.
Come riporta La Gazzetta dello Sport, il focus dell’indagine è rappresentato dalle operazioni “sospette” segnalate dalla Covisoc, anche sulla base della «verifica ispettiva» compiuta dalla Consob, nella relazione inviata al presidente della FIGC Gabriele Gravina e alla procura federale a ottobre. Di queste operazioni oggetto dell’indagine, due terzi riguardano la Juventus.
Per il Napoli ci sono tutte le operazioni con il Lille, collaterali all’affare che ha portato in Campania Victor Osimhen. La Sampdoria compare in 12 circostanze, l’Empoli in cinque, il Genoa in tre. Oltre ai club di Serie A, ci sono anche Pisa e Parma in Serie B, e Pro Vercelli e Pescara in C (senza dimenticare ChievoVerona e Novara, club non più affiliati).
Un altro passaggio significativo riguarda tuttavia il fatto che l’istruttoria che ha portato alla chiusura delle indagini si fonda anche sugli atti trasmessi dalla procura della Repubblica di Torino che riguardano la Juventus. Quindi presumibilmente una parte delle carte è arrivata negli uffici della procura federale. Questi contenuti sono stati incrociati dalla procura federale con i riscontri di Covisoc e Consob.
Un materiale istruttorio decisivo per capire dove andrà a finire l’inchiesta. La Juventus, da parte sua, si dice convinta di poter dimostrare la propria innocenza. In ogni caso, a proposito di sanzioni legate all’art. 31 del Codice di Giustizia Sportiva è prevista soltanto un’ammenda con diffida per le «violazioni di natura gestionale ed economica», mentre nelle sanzioni per «mancata lealtà», l’articolo 4, c’è anche la possibilità di una sanzione di uno o più punti di penalizzazione.
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