“Me ne sto in camera, è una brutta giornata. Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato, fin da quando è successo quel che é successo col Donbass. Però non mi sono mosso, perchè io sono qui per fare sport e non potevo girare le spalle al campionato, ai tifosi che ci seguono. Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff, potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza, no, abbiamo aspettato. Stanotte ci hanno svegliato le esplosioni”. Lo ha detto il tecnico dello Shakhtar Donetsk Roberto De Zerbi, intervistato dall’agenzia ITALPRESS.
“Stamattina hanno sospeso il campionato e dalle finestre dell’hotel Opera abbiamo visto file di auto che si muovevano, credo che stiano andando in Polonia. L’Ambasciata italiana ci aveva sollecitato di andarcene ma non potevo, ripeto, io uomo di sport, girare le spalle al club, al calcio e andarmene cosí.. e alla fine hanno chiuso lo spazio aereo e si sta qui”.
La situazione è delicata, in continua evoluzione. “Non credo almeno per ora che siamo a rischio, sono venuto qui per fare sport, davvero, e mi armo di pazienza – prosegue De Zerbi -. Non sono venuto per soldi, me ne offrivano di più in Italia, ma per fare esperienza e ora aspetto. È un’esperienza – triste – anche questa. Penso al grande Maradona che quando ce n’era bisogno diceva quel che pensava ai padroni del calcio”.
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