Inter e Milan hanno congelato il progetto del nuovo San Siro per valutare alternative al piano di costruire il nuovo impianto accanto all’attuale Meazza. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, i tanti ostacoli sul cammino verso la costruzione della Cattedrale hanno portato i club a prendersi «una lunga pausa di riflessione», considerando i ricorsi al Tar, la raccolta di firme per il referendum e le tempistiche sul dibattito pubblico, ma soprattutto il fatto che, nonostante sia stata riconosciuta la pubblica utilità al progetto, sia mancata una vera adesione e da novembre non ci siano stati passi avanti.
I club così hanno deciso di ricominciare a guardarsi intorno: se nelle prime fasi del progetto il “piano B” era forse più un bluff che altro, ora Inter e Milan stanno entrando più nel dettaglio di eventuali alternative. E un ruolo decisivo potrebbe ricoprirlo Giuseppe Bonomi, ex presidente di Sea e Alitalia e in uscita da MilanoSesto, a cui le società hanno affidato il compito di superconsulente per la realizzazione del nuovo stadio sia a San Siro sia in un’altra zona come Sesto.
Sesto San Giovanni, tutta ia, non è l’unica opzione in campo, perché le società stanno valutando anche terreni privati a Segrate e a San Donato. Il piano A resta San Siro, ma se altre alternative permettessero ad esempio di abbattere i costi come quelli collegati alla mancata demolizione del Meazza o la realizzazione del nuovo tunnel sotterraneo, la situazione potrebbe capovolgersi.
Una situazione delicata di cui è anche ben consapevole il sindaco Giuseppe Sala. «Visto che è tutto bloccato tra ricorsi e referendum, non sarebbe male fare il dibattito pubblico, però capisco anche che la pazienza delle società rischia di esaurirsi. La mia unica paura è restare con il cerino in mano e il cerino si chiama San Siro. Se le società dovessero andare da un’altra parte sarebbe un grande problema».
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