Domani sera andrà in scena la semifinale di andata di Coppa Italia tra Milan e Inter. Le due formazioni milanesi si contenderanno un posto in finale, mentre in campionato si stanno giocando punto a punto lo Scudetto. La partita verrà giocata allo stadio Giuseppe Meazza di San Siro, impianto che – nei piani delle due società – dovrebbe fare posto a una nuova struttura all’avanguardia.
Mentre l’AD dell’Inter Antonello fa sapere della possibilità di piani alternativi, le due società stanno attendendo risposte dal Comune, con i tempi che si stanno inevitabilmente allungando. Da Palazzo Marino non si deroga dalla strada tracciata dal sindaco Sala già dopo la rielezione di ottobre: sì al nuovo San Siro-senza tabù sulla demolizione del vecchio impianto, ma con un necessario coinvolgimento della popolazione.
Del resto, sul nuovo stadio, su che fine debba fare il vecchio, sulle volumetrie e pure sul verde si discute da tempo. Il Sindaco di Milano – spiega La Gazzetta dello Sport – è al passo d’avvio del dibattito pubblico, procedura obbligatoria prevista dalla legge nazionale per le opere superiori ai 300 milioni di euro (la riqualificazione dell’area di San Siro ha un costo stimato di 1,2 miliardi). I due club aspettavano comunque un’accelerazione post-elettorale che, dal loro punto di vista, non c’è stata.
Ora chiedono almeno un ok sul masterplan e, per far partire poi l’eventuale progetto esecutivo, dovrebbero spendere circa 20 milioni, troppi senza la certezza di realizzazione. Palazzo Marino ha intenzione di chiudere le pratiche in otto mesi, così da avviare i lavori per il nuovo stadio entro il 2023.
Ha preso corpo la possibilità che tra settembre e ottobre si tenga un referendum comunale sul tema: la scadenza per la presentazione delle firme è il 5 marzo e, perché sia valido, dovrà andare a votare il 50% più uno degli elettori delle ultime comunali (250mila circa).
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