La prestigiosa rivista economica statunitense Forbes mette Elliott ai raggi X, analizzando come il fondo guidato da Paul Singer abbia cambiato stratetgia nel corso degli ultimi anni. Partendo dal caso Athena, società che fornisce software per cartelle cliniche, la rivista guarda a come i piani del fondo (che tra gli altri è azionista di maggioranza anche del Milan) siano cambiati negli ultimi anni.
Niente più quote di minoranza per “andare in battaglia” sulla gestione delle società, ora Elliott infatti punta direttamente alla maggioranza in maniera più aggressiva sul mercato in termini di acquisizioni. L’attivista di investimento di Elliott ha sempre fatto affidamento su montagne di ricerca e piani dettagliati per trasformare le aziende ma in qualità di azionista di minoranza, tuttavia, il vantaggio finanziario è limitato se quei piani funzionano. Da qui, quindi, la decisione del fondo di puntare direttamente alla maggioranza delle società, che permettono anche, in caso di buona riuscita del piano, guadagni maggiori come nel caso di Athena: Elliott aveva il 9% e aveva presentato un piano che non era stato accolto dai dirigenti. Salito al 100% nel 2018, il fondo nelle scorse settimane ha ceduto la società per 17 miliardi di dollari con un profitto stimato in 5 miliardi. “Penso che stiamo mostrando risultati che parlano da soli”, ha spiegato David Kerko, responsabile del private equity nordamericano dell’azienda.
Le attività come fondo attivista di Elliott continuano, considerando che negli ultimi anni gli obiettivi hanno incluso Twitter, AT&T e Samsung. Ma l’attività è cambiata, poi, con il tempo: dal 2015 ad oggi sono circa 40 le acquisizioni realizzate dal fondo di Singer, chiudendo accordi per società del calibro di LogMeIn, Gigamon, Cubic e Barnes & Noble.
“In determinate situazioni, perseguire una transazione privata alla fine di un processo attivista è la migliore possibilità di creazione di valore”, ha scritto Singer in una lettera, ottenuta da Forbes, del 2016 agli investitori descrivendo in dettaglio il cambiamento strategico. Negli anni precedenti, la struttura di Elliott aveva reso difficile concludere accordi di questo tipo. “Grazie alle aggiunte che abbiamo apportato al nostro team”, ha continuato Singer, “non è più così”.
Non solo l’affare Athena, tuttavia, dimostra come Elliott abbia cambiato strategia. L’ultimo esempio è l’acquisizione, insieme a Vista Equity Partners, di Citrix Systems in un affare privata del valore di 16,5 miliardi di dollari. Nell’operazione Citrix, come per Athena, emergono altri elementi chiave dei piani del fondo statunitense, che parte spesso da partecipazioni pubbliche acquisite e detenute a lungo (per Citrix dal 2015 e per Athena dal 2019) prima di salire alla maggioranza della società, oltre ad aver collaborato sempre con un altro fondo di private equity, permettendo una raccolta di capitale più semplice considerando la portata di queste operazioni. Inoltre, il capitale per tutti gli investimenti proviene da un unico fondo, con le operazioni sempre valutate dallo stesso gruppo di investitori, in contrasto di fatto con quanto avviene con i grandi fondi di private equity.
“Ci sono elementi di investimento nel mercato pubblico e ci sono elementi di investimento in private equity”, ha affermato Jesse Cohn, managing partner di Elliott. “Stiamo prendendo aziende private, stiamo acquistando quote pubbliche, stiamo facendo attivismo. E in molti casi, li stiamo facendo tutti contemporaneamente o con lo stesso obiettivo”. “Quello che stiamo facendo da un punto di vista strategico pubblico e privato, non sono a conoscenza di nessun altro che lo stia facendo”, ha spiegato invece Kerko. “E penso che se dici, beh, perché è così? Perché è davvero, davvero difficile da fare”.
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