Quali saranno gli effetti sull’Europa e il resto del mondo delle sanzioni alla Russa? E cosa comporterà l’esclusione di sette banche russe dal sistema Swift? Se lo chiede Il Sole 24 Ore nella sua edizione odierna, parlando di un effetto boomerang delle decisioni prese per colpire la Russia, ma che inevitabilmente si riflettono anche sul continente europeo, almeno sotto tre punti di vista: commerciale, bancario e finanziario.
Il settore che subisce il maggiore effetto collaterale è quello commerciale: l’estromissione da Swift di sette banche russe rende molto difficili i pagamenti da e verso la Russia. Altro discorso riguarda le importazioni di altre materie prime russe, di cui l’Europa è particolarmente vorace. Gli effetti sono un po’ limitati dall’esclusione dalla sanzione anche della maggiore banca russa, Sberbank. L’interscambio con la Russia non è per fortuna gigantesco per l’Europa, ma questo non significa che sia irrilevante.
Per esempio, l’Italia tra l’ottobre 2020 e l’ottobre 2021 ha importato dalla Russia beni per 14,4 miliardi di dollari e ne ha esportati per 12 miliardi. Per le aziende che con la Russia lavorano, il problema dell’esclusione di sette istituti da Swift è dunque serio. Con i pagamenti che diventano più difficili, questo interscambio è infatti destinato a soffrire molto.
Il settore bancario è però il primo fronte su cui si abbatterà l’effetto delle sanzioni, a partire da quella su Swift. Realistico, dunque, che ci si affidi ad altre modalità (mail, telex, fax) per consentire l’operatività tra Russia e resto del mondo, ma gli scambi tra Mosca e il resto del mondo – spiega il quotidiano economico-finanziario – diventeranno molto più lenti e farraginosi. Per questo dalla lista delle banche sanzionate è stata esclusa Gazprom Bank, in parte detenuta dall’omonimo gigante energetico russo, da cui dipende la fornitura di gas in Europa.
Un impatto, infine, c’è anche sui mercati finanziari. L’estromissione delle banche dal sistema Swift ha almeno due effetti pratici. Il primo è che Euroclear e Clearstream (società specializzate nel regolamento delle transazioni in titoli) non potranno più fare il settlement di titoli regolati in rubli. La seconda conseguenza è legata all’operatività delle banche russe estromesse da Swift: queste non possono più lavorare sui mercati occidentali, perché a loro sono impediti (o resi molto difficili) i pagamenti.
Problema diverso, ma simile negli effetti, arriva per i titoli oggetto della prima tornata di sanzioni, quella del 25 febbraio che ha vietato l’operatività sui titoli emessi da una certa quantità di emittenti russi: cinque grandi banche, imprese controllate dallo Stato e tutte le aziende che hanno rapporti azionari con loro o agiscono per loro conto. Questi sono i motivi per cui molti titoli obbligazionari sono stati sospesi dalle Borse europee: quella di Milano ne ha bloccati 29, altre Borse hanno numeri di qualche centinaia. La Russia non pesa molto sui mercati occidentali, ma un peso ce l’ha. E questo influisce su operatività dei mercati e fiducia.
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