La ricarica di una auto elettrica (Image credit: Depositphotos)

Gli incentivi auto restano sul tavolo del Governo, dopo la prima riunione tecnica tra i ministri che stanno studiando come ripartire il Fondo per l’automotive pari a 700 milioni per il 2022 e 1 miliardo l’anno dal 2023 al 2030. Come riportato dal Sole 24 Ore, entro marzo serve un decreto attuativo su proposta dello Sviluppo economico con il concerto di Economia, Transizione ecologica e Infrastrutture e mobilità sostenibili, con discussioni però in corso sulla ripartizione.

L’obiettivo del Mise è quello di garantire per l’eco-bonus 600 milioni su 700 nel primo anno, e 700 milioni negli anni seguenti, lasciando solo la quota restante a interventi per la riconversione delle aziende verso la transizione ai motori elettrici. Ma restano dubbi sia da parte del ministero dell’Economica che del ministero della Transizione ecologica.

Gli incentivi secondo la proposta:

  • veicoli full electric (0-20 grammi di Co2 per chilometro): incentivo da 6mila euro con rottamazione di un veicolo di categoria inferiore a Euro5, da 4mila senza rottamazione ma tetto al prezzo di listino di 35mila euro Iva esclusa;
  • veicoli fascia intermedia/plug in (21-60 grammi di Co2 per chilometro): incentivo da 2.500 euro con rottamazione di un veicolo di categoria inferiore a Euro5, da 1.000 senza rottamazione ma tetto al prezzo di listino di 45mila euro Iva esclusa;
  • veicoli fascia superiore (61-135 grammi di Co2 per chilometro): incentivo da 1.250 euro solo con rottamazione di un veicolo di categoria inferiore a Euro5 ma tetto al prezzo di listino di 35mila euro Iva esclusa.

Sul testo, tuttavia, non c’è ancora intesa, ma il Mise spinge per prendere decisioni rapide. E secondo lo stesso Mise, la fascia 61-135 consentirebbe di tenere dentro anche modelli di Fca, quindi con benefici sugli impianti italiani, come Compass, Renegade, 500X (Melfi) e Panda (Pomigliano d’Arco).

La bozza su cui i ministri stanno discutendo prevederebbe così che per le prime due fasce, fino a 60 grammi di Co2, vadano complessivamente 450 milioni e alla terza, fino a 135 grammi, 150 milioni, anche se un ulteriore Dpcm, anche sulla base dell’andamento del mercato, potrebbe comunque rivedere la ripartizione.

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