Le Borse europee scivolano ancora rispetto all’avvio di seduta – già negativo – di questa mattina. Sui mercati pesa l’impennata dei prezzi delle materie prime, in primo luogo petrolio e gas. L’ipotesi di nuove sanzioni alla Russia, tra cui il divieto di importare il greggio di Mosca ha praticamente scatenato gli investitori con un ritiro dai mercati azionari.
L’indice d’area Stoxx 600 cede il 2,8%. In forte flessione Parigi (-4%), Francoforte (-4,1%), con il Dax che cede il 22% dall’inizio dell’anno, Madrid (-3,8%), Milano (-6%), Londra (-1,7%). Affondano le banche (-5,9%) e le auto (-5%). Regge l’energia (+1,8%) mentre soffrono le utility (-3,7%).
Piazza Affari, in particolare, dopo una manciata di minuti dall’avvio, amplia pesantemente le perdite, con il Ftse Mib che segna un calo del 6%, portandosi sulla soglia dei 21mila punti, livelli che non si vedevano dal novembre 2020. Milano segna la performance peggiore d’Europa, pagando dazio alla folta presenza delle banche, e con ben 13 titoli congelati per eccesso di ribasso e uno solo (Tenaris +7,8% teorico) per eccesso di rialzo. Tra questi Intesa, Unicredit, Pirelli, Tenaris, Iveco, Stellantis e Generali. Crolla anche TIM, che cede oltre il 10%.
Gli investitori temono forti contraccolpi dalle difficoltà o eventuali fallimenti a cui andranno incontro gli istituti di credito russi a seguito delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia. Pochi i titoli che salgono a Piazza Affari: tra le blue chips ci sono Leonardo (+0,9%), Saipem (+0,15%) e Tenaris (+5,9%). Pesanti vendite sui titoli ciclici, che si apprestano a fermare la produzione a causa di mancanza di semilavorati provenienti da Russia e Ucraina. Stellantis è entrata più volte in volatilità: l’ultimo prezzo è stato segnato a 12,49 euro, in calo di oltre il 9%.
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