Si è parlato molto negli ultimi giorni di SWIFT, una società cooperativa con sede legale a Bruxelles, fondata nel 1973 dai principali azionisti di Clearstream e Euroclear che agisce come intermediario finanziario esecutore delle transazioni finanziarie, in moneta o di asset diversi, ad esempio titoli, digitali che si svolgono sulla rete SWIFT da lei gestita ed utilizzata dalla quasi totalità delle banche del mondo.
Lo scopo del sistema è permettere il pagamento diretto anche quando il debitore e il creditore non sono clienti della stessa banca e il pagamento avviene internazionalmente. Fornisce inoltre software e servizi alle istituzioni socie o clienti. I soci ovverosia i proprietari della cooperativa sono principalmente banche.
Come ricorda La Repubblica – Affari&Finanza, tra le sanzioni imposte alla Russia c’è anche l’esclusione di un nutrito gruppo di banche russe da questo sistema (ma non di tutte). Questo blocco selettivo è stato giustificato con la necessità di garantire i pagamenti delle forniture di gas, per evitare una grave crisi energetica in Europa. Ma la sua efficacia resta dubbia, per diverse ragioni.
In primo luogo, non sembra difficile, per i clienti delle banche sanzionate, canalizzare i propri pagamenti attraverso un istituto che è ancora connesso al sistema. Inoltre, esistono circuiti di messaggistica alternativi, sin qui marginali, che potrebbero conoscere una rinnovata fortuna in questa situazione di emergenza. Uno di essi è stato sviluppato, negli ultimi anni, proprio dalla Russia, quando si parlò della sua esclusione da SWIFT dopo l’invasione della Crimea, si chiama Spfs e per ora riunisce solo banche locali e poche decine di istituti esteri, ma potrebbe facilitare i collegamenti con Paesi non allineati al blocco occidentale, come India e Cina, che in passato hanno manifestato interesse per l’iniziativa.
La stessa Cina dispone di un sistema di messaggistica chiamato Cips, aperto alle istituzioni estere, ed è probabile che faccia ponti d’oro alla Russia per ampliare il peso dello yuan nelle transazioni internazionali. Un altro concorrente di SWIFT è la californiana Ripple, che gestisce il sistema XCurrent, fondato sulla blockchain, e offre servizi di clearing e settlement basati su una criptovaluta; la sua quota di mercato, tuttavia, è ancora molto modesta.
Proprio le criptovalute potrebbero emergere infine come canale alternativo nei pagamenti internazionali, sfuggendo al controllo dei governi occidentali e indebolendo l’efficacia delle sanzioni in corso. A oggi, la miglior garanzia contro questa minaccia è rappresentata dall’estrema volatilità del valore di Bitcoin altre criptovalute, che rende difficile utilizzarli per transazioni commerciali e comunque induce a ritrasformarli, non appena incassati, in dollari o altre monete ufficiali.
In ogni caso, anche allontanando le transazioni internazionali dal sistema bancario ufficiale, si rischia di sospingerle in un cono d’ombra dove le normative antiriciclaggio non funzionano secondo gli standard adottati dagli istituti di credito. Insomma: se la Russia esce da SWIFT, anche lo SWIFT esce dalla Russia e l’Occidente può perdere un periscopio sulle operazioni del fronte avversario.
ISCRIVITI AD AMAZON PRIME VIDEO E PROVALO GRATIS PER 30 GIORNI. CLICCA QUI PER REGISTRARTI
IMPORTANTE: In qualità di Affiliato Amazon, Calcio e Finanza riceve un guadagno dagli acquisti idonei. Calcio e Finanza riceve una commissione per ogni utente, con diritto di usufruire del periodo gratuito di 30 giorni di Amazon Prime, che da www.calcioefinanza.it si iscrive a Prime attraverso PrimeVideo.com. Registrandoti ad Amazon Prime Video attraverso il precedente link puoi pertanto contribuire a sostenere il progetto editoriale di Calcio e Finanza. Grazie.