Come funziona nuovo FPF
Il presidente UEFA Aleksander Ceferin (Photo by Catherine Ivill/Getty Images)

«Non sono un codardo». Esordisce così il presidente della UEFA Aleksander Ceferin in una lunga intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, durante la quale il numero uno dell’organo di governo del calcio europeo ha parlato della guerra, ma anche di Superlega, del Mondiale biennale e della possibilità di ricandidarsi alla presidenza UEFA.

Partendo dal conflitto Russia-Ucraina, Ceferin ha parlato di quanto fatto dalla UEFA: «Abbiamo imposto sanzioni sportive e dedicato più di un milione per i bambini e rifugiati ucraini. Non siamo influenzati dai politici, ma la politica è parte della vita e noi possiamo influenzarla, perché abbiamo il sostegno di tanti. Convinco i governi a investire in infrastrutture. Alcuni capi di stato sono interessati al calcio, altri meno. Macron e Erdogan sono tifosi, Merkel pure».

Sui rapporti con Putin, Ceferin dice che «in passato corretti, era ben preparato per un meeting», ma ora le «sanzioni sono necessarie: non è politica, ma una crisi umanitaria. Mi piange il cuore a punire gli atleti: non è la loro guerra, non l’hanno decisa né voluta. Ma dobbiamo mostrare unità per la pace». Stesso discorso per Gazprom: «È stato giusto. Finanziariamente è costato molto (150 milioni fino al 2024, ndr). Per noi è un colpo al portafoglio, ma alla gente viene tolta la vita. Parlo tutti i giorni con Pavelko, presidente della federazione ucraina. Ho avvisato Dyukov della federcalcio russa prima di decidere: non sono un codardo, non faccio le cose di nascosto».

Capitolo Superlega e la sentenza della corte di giustizia europea che deve decidere se la UEFA abbia una posizione dominante: «Sarà una decisione simbolica. Se stabiliscono che la UEFA è un monopolio, i tre club si facciano pure la loro UEFA, giochino le loro competizioni. Perché vogliono stare nelle nostre? Vogliono stare qui e là, ma là non esiste, è un luogo metafisico. Penso credano anche che il mondo sia piatto. E poi finiamola di chiamarla Superlega, chiamiamola per quel che è: la Terrible League».

Ceferin non vuole parlare dei rapporti con Agnelli, mentre sul nuovo Fair Play Finanziario dice: «La pandemia ha creato problemi a tutti, ma per alcuni è stata una buona scusa per la loro cattiva gestione. Il Fair Play Finanziario era nato per eliminare le perdite nel calcio, ora bisogna concentrarci di più sull’equilibrio competitivo».

E ancora, sul salary cap: «Va contro le regole europee del lavoro, ma si può pensare a un tetto alle spese. Facile dire fate come la NBA, ma non si può. Siete sicuri di volere quel modello? Il biglietto più costoso per la finale di Champions si paga 500 euro, al Superbowl il più economico costa mille dollari».

Poi, una battuta sulla candidatura dell’Italia per gli Europei del 2032: «Le chance le ha, ma deve investire: da tanti anni non rifate gli stadi. Non avete impianti nuovi e quei pochi rifatti sono piccoli. Mi dicono che pure San Siro sarà rimpicciolito. Va coinvolto il governo, è un’operazione che fa bene al Paese. Ho grandi rapporti con le istituzioni italiane, con il presidente della FIGC Gabriele Gravina e con Evelina Christillin, sempre pronti a sostenerci. Amo l’Italia. Il problema da voi è la burocrazia».

In chiusura, una battuta sulla sua prosecuzione come presidente UEFA: «Sono ottimista e abbastanza sicuro che la guerra finirà presto. Penso mi ricandiderò per un altro mandato, sperando di non vivere sempre in una crisi continua».

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