Chelsea Newcastle
(Foto: Stu Forster/Getty Images)

Chelsea e Newcastle si preparano a scendere in campo per la 29esima giornata di Premier League. Una sfida che va oltre la classifica – dove i Blues cercano di mantenere la vicinanza alla vetta e i Magpies che vogliono tenersi lontani dalla zona retrocessione – e che può segnare il punto di rottura tra quello che è stato e quello che sarà del massimo campionato di calcio inglese.

Il club londinese è in uscita da una delle settimane più buie della sua storia recente. Le sanzioni nei confronti del patron russo Roman Abramovich per il conflitto Russia-Ucraina si sono riflesse anche sul club, del quale il Regno Unito ha bloccato la vendita, assegnando una licenza alla società (fino al 31 maggio) per proseguire con la sua normale attività, ma non mettendola al riparo da gravissime conseguenze.

Il main sponsor “Tre” ha chiesto al Chelsea la rimozione del brand sulla maglia, mentre Trivago – che il suo marchio lo espone sulle divise di allenamento – ha fatto sapere che monitorerà l’evoluzione degli eventi. Nike per il momento ha confermato il proprio supporto (e un accordo da 900 milioni di sterline per 15 anni), ma non è chiaro fino a quando questo sostegno sarà incondizionato.

Questo anche perché il Chelsea, pur potendo operare, è limitato nelle sue attività. E’ stata sospesa la vendita dei biglietti e imposto un limite massimo di spesa per le trasferte. Il club non può rinnovare i contratti in scadenza e non può operare sul mercato: insomma, una paralisi che rischia di portare i Blues al default se il Governo inglese non si muoverà rapidamente per un passaggio di proprietà.

Una situazione impensabile poche settimane fa, che si scontra con quelli che potrebbero essere i nuovi padroni arabi della Premier League. Il Newcastle, infatti, ha cambiato proprietà in questa stagione passando nelle mani di un consorzio formato dal Public Investment Fund dell’Arabia Saudita (PIF) – che detiene l’80% della società –, da Amanda Staveley (10%) e dalla società RB Sports & Media (10%).

Una cessione che non è stata esente da critiche, dato che molte sono state le polemiche – in primis da parte di Amnesty International – legate al rispetto dei diritti umani nei Paesi arabi e all’opportunità o meno del massimo campionato di calcio inglese di avvallare un’operazione che in molti hanno considerato come caso di Sport Washing (l’utilizzo dello sport per “ripulire” la propria immagine nascondendo gravi problemi).

E’ ancora troppo presto per dire dove i soldi dei sauditi potranno portare il Newcastle, che da un momento all’altro si è trovato sostenuto da un fondo con un patrimonio stimato di 430 miliardi di dollari. Quel che è certo è che rapporti di forza finora apparsi ben definiti potrebbero ribaltarsi presto, con il futuro del Chelsea che – al momento – rimane una vera e propria incognita.

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