Gli ispettori della Procura della Federcalcio hanno sentito e segnalato cori razzisti dei tifosi del Verona durante la partita disputata oggi contro il Napoli allo stadio ‘Bentegodi’.
Gli investigatori della Figc, invece nulla possono fare per lo striscione, firmato dalla frangia più calda della curva gialloblù, appeso in una strada del capoluogo scaligero, nel quale sono state indicate le coordinate della città partenopea quale obiettivo di bombe. La scritta della vergogna, infatti – concludono dalla Figc – è apparsa in una dove non si può applicare il codice di giustizia sportiva per eventuali sanzioni perché lontana dalle pertinenze dello stadio.
Non bastavano più le ingiurie, i cori razzisti, le espressioni o le scritte discriminatorie. La guerra scatenata dalla Russia ha dato un nuovo, drammatico spunto ai tifosi del Verona per esprimere il loro odio nei confronti di Napoli a poche ore dalla partita al Bentegodi tra le due squadre: uno striscione esposto nella notte fuori dallo stadio e firmato ‘Curva Sud’ con le bandiere di Russia e Ucraina e una serie di numeri che rappresentano le coordinate di Napoli, una sorta di indicazione a ‘colpire’ la città. Un gesto «vergognoso e ripugnante» per il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, «grave e ingiustificabile» per il leader della Lega, Matteo Salvini – ma reazioni unanimi di condanna sono arrivate da tutte le forze politiche – e respinto con forza dall’ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo, e anche dal club gialloblù.
Da più parti sono stati chiesti provvedimenti contro i responsabili, da individuare, ma sul caso ha le mani legate la Procura federale della Figc, che invece agirà per i cori razzisti sentiti allo stadio durante la partita tra Hellas e Napoli. Gli investigatori della Figc – si fa presente da via Allegri – nulla possono fare per la scritta della vergogna, apparsa in una zona dove non si può applicare il codice di giustizia sportiva per eventuali sanzioni perchè lontana dalle pertinenze dello stadio.
Il silenzio da Verona è stato rotto solo a ridosso della partita, quando il club ha diffuso una nota di condanna contro «qualsiasi atto, gesto ed esternazione che possano generare, in qualsiasi forma e misura, incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione». Nel frattempo, a intervenire era stato anche Di Maio, chiedendo a tutti di condannare, “senza distinguo e giustificazioni”, tale “messaggio ripugnante”. «Questa guerra è reale, non è finzione, non è un gioco. Non c’è ironia, ma solo idiozia dietro questo striscione di pseudo tifosi». D’accordo col titolare della Farnesina anche Salvini: «Sulla guerra non si scherza e la rivalità tra tifoserie deve avere dei limiti. Lo striscione visto a Verona è grave e ingiustificabile». Il sindaco scaligero, Federico Sboarina, ha ammonito a non ironizzare sulla guerra: «Lo striscione esposto non ha il sapore della goliardia perché tira in ballo una tragedia su cui non si può scherzare», e il presidente del Veneto, Luca Zaia ha affermato: «C’è da vergognarsi a lanciare simili messaggi, altro che goliardia».
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