La redazione dell’Espresso all’attacco dell’AD del gruppo editoriale GEDI, Maurizio Scannavino. I giornalisti si sono scagliati contro l’amministratore delegato a seguito delle sue affermazioni contraddittorie sullo stato di salute del settimanale fondato da Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo, e ceduto poco più di un anno fa dai fratelli De Benedetti alla GEDI controllata da Exor (holding della famiglia Agnelli-Elkann che gestisce anche la Juventus).
Ora GEDI è in procinto di vendere L’Espresso all’imprenditore Danilo Iervolino, noto nel mondo del calcio per essere diventato di recente il nuovo proprietario della Salernitana. La decisione di vendere il settimanale ha portato alle dimissioni del direttore Marco Damilano e di un altro redattore.
Ma ora, scrive Il Fatto Quotidiano, sono gli stessi giornalisti della testata a reagire con «sorpresa e sconcerto» alle dichiarazioni di Maurizio Scannavino sullo stato di salute del settimanale. Innanzitutto perché GEDI è ancora editore del giornale (la cessione a BFC Media non è ancora conclusa) e in secondo luogo perchè il giornale, sottolineano i redattori, «ha fatto della lotta alle fake news una propria bandiera» e «non può fare a meno di contestare alcune affermazioni che ci sembrano lontane dalla realtà dei fatti».
Il riferimento è a quanto Scannavino avrebbe detto ai giornalisti della Stampa (stesso gruppo editoriale): che L’Espresso ha registrato «ormai da anni perdite estremamente significative». Dal settimanale, «facciamo notare che in base ai dati comunicati dall’azienda, le perdite operative dell’Espresso, oltre a rappresentare una quota più che trascurabile rispetto al passivo del gruppo, sono nettamente diminuite nell’arco degli ultimi tre anni; un trend che, sempre secondo quanto comunicato dai vertici aziendali, era destinato a proseguire anche nel 2022».
Tutto questo, «in una situazione di mercato estremante difficile, che ha penalizzato pesantemente anche il conto economico delle altre principali testate del gruppo. Ricordiamo inoltre che solo un mese fa, in un incontro con la direzione generale, il comitato di redazione dell’Espresso si era sentito rassicurare sul futuro della testata poiché i conti per quanto in perdita erano in miglioramento e le ricorrenti voci di una possibile cessione della testata erano “totalmente infondate”. In quell’occasione il deficit dell’Espresso era stato definito “importante ma in miglioramento rispetto al 2020-21” ed era stato assicurato che non erano previsti tagli di borderò né di altro tipo».
E ancora: «L’Espresso, sostiene Scannavino, avrebbe avuto la priorità negli investimenti sul piano tecnologico: un’informazione che non corrisponde assolutamente alla verità se si esclude, pochi mesi fa, l’aggiornamento di un sistema editoriale ormai superato. Sempre secondo quanto riportato dal comitato di redazione della Stampa, Scanavino avrebbe inoltre affermato che L’Espresso “ha in qualche modo fatto il suo tempo”. Rispediamo al mittente le considerazioni sulla morte del giornalismo d’inchiesta e di approfondimento e troviamo quantomeno sorprendente che l’amministratore delegato di GEDI consideri obsoleto un settimanale che, secondo quanto previsto dagli accordi con l’acquirente, continuerà a essere offerto ogni domenica in allegato obbligatorio a Repubblica almeno fino a 31 marzo 2023».