Serie A stangata tasse
Il logo della Serie A Tim (Photo by VINCENZO PINTO/AFP via Getty Images)

Un tema molto importante agita i club di Serie A in vista della prossima stagione, e sarà oggi sul tavolo del consiglio della FIGC. Si chiama indice di liquidità, indicatore che fino a oggi serviva solo a limitare il mercato delle società meno virtuose, mentre nel prossimo futuro solo chi rientrerà nelle sue maglie potrà iscriversi al campionato di Serie A.

Per impedirlo, i club puntano sul nuovo presidente Lorenzo Casini, espressione dell’ala più contraria al presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, il quale ritiene l’indice di liquidità la sua riforma principale: la mossa con cui dare stabilità al movimento ed impedire ai club di contrarre nuovi debiti.

Ricordiamo che l’indice di liquidità è il rapporto tra attivi e passivi a breve delle società. Ci sono due modi per sbloccarlo: la cessione di giocatori o un’iniezione di capitale dell’azionista. Insomma, o si vende, o si versano risorse fresche. A gennaio poteva fare mercato solo chi aveva l’indice di liquidità a 0,6: gli attivi insomma dovevano coprire almeno il 60% delle spese, e questo ha bloccatogli affari di molti club.

Secondo quanto riportato da La Repubblica, con gli stessi parametri odierni, almeno tre club oggi farebbero fatica a iscriversi al campionato:

  • la Lazio, fuori per 28 milioni di euro;
  • il Genoa, fuori per 32 milioni di euro;
  • la Sampdoria.

Ma molte di più avrebbero problemi: almeno sei club sono a rischio. La riforma acuisce di certo la tensione con il patron della Lazio Claudio Lotito, che di Gravina è nemico giurato. La FIGC da parte sua può pensare di intervenire con correttivi in modo da rendere la riforma più sostenibile, e non avere già ora una lista nera di chi subirà i danni maggiori.

L’indice sarà fissato tra lo 0,7 e lo 0,6. Si potrà ridurre il gap negativo con un saldo attivo nella campagna trasferimenti. Contenere il costo del lavoro entro il 60% dei ricavi darà un vantaggio, così come un buon rapporto tra fatturato e debito, utile a scoraggiare il ricorso a indebitamenti insostenibili. In casi estremi, possibili cessioni a giugno.

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