Prezzo benzina 2 euro
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Un taglio al fisco di benzina e gasolio per frenare i prezzi impazziti al distributore, un allargamento delle rateizzazioni per le bollette e nuovi aiuti alle imprese più colpite. Il lavoro tecnico per il nuovo decreto energia corre su questi tre binari, atteso in consiglio dei ministri giovedì, a meno di ulteriori slittamenti.

Il premier Mario Draghi ha chiesto di velocizzare i tempi e il nuovo decreto, nell’ordine di qualche miliardo, sarà solo il prologo di un provvedimento più grande, che arriverà – come sottolinea Il Sole 24 Ore – con il Def alla fine di marzo quando con ogni probabilità si rivedranno al rialzo gli obiettivi di deficit di quest’anno abbandonando la linea del 5,6% scritta a ottobre scorso.

Le coperture del nuovo provvedimento dovrebbero seguire le linee guida dell’ultimo decreto energia, congelando ulteriori fondi ministeriali e forse un’ulteriore mossa allo studio sugli extraprofitti dove si starebbe valutando un allargamento anche al di là dell’energia, che va però modulato con attenzione per evitare una nuova Robin tax e un’altra bocciatura della Consulta.

Alla fine di marzo la situazione cambierà per tre motivi: il Def aprirà nuovi spazi di finanza pubblica grazie all’aggiornamento degli obiettivi di deficit e all’inserimento nei saldi tendenziali del gettito fiscale aggiuntivo prodotto anche dal caro-carburante (a gennaio sono entrati 8,18 miliardi di Iva, con un aumento del 40% rispetto a 12 mesi prima). Successivamente, saranno pronte anche le nuove deroghe dell’Unione Europea sugli aiuti di Stato, che concederanno alle imprese di ottenere ristori senza cascare in obblighi di restituzione.

Il problema oggi è quello di costruire questa prima parte del nuovo giro anti-crisi, così da far andare di pari passo le necessità di economia e politica, che chiedono un intervento immediato, con quelle di finanza pubblica che imporrebbero di aspettare un paio di settimane. Il dossier è stato al centro ieri sera di un vertice a Palazzo Chigi fra il ministro dell’Economia Daniele Franco, i colleghi dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e della Transizione ecologica Roberto Cingolani, con il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli.

Per contrastare il caro dei carburanti, invece, la soluzione è quella del taglio fiscale. In gioco ci sono le accise, ma si è studiata anche l’opzione di una riduzione temporanea dell’Iva. In entrambi i casi, il nodo resta ovviamente quello delle coperture. Ad esempio, la Polonia ha tagliato l’Iva dal 22% all’8%, e il beneficio al distributore era di 21 centesimi per la benzina e di 20 per il diesel, con un costo, stimato dall’Unem, per le casse dello Stato di 1,3-1,4 miliardi per un trimestre.

La parziale sterilizzazione delle accise comporterebbe una decurtazione di 20 centesimi. Il maggiore beneficio farebbe, però, salire il conto per lo Stato a 1,4-1,5 miliardi per tre mesi. Le prossime ore, dunque, serviranno a definire l’assetto complessivo dell’intervento. Per fronteggiare i riverberi della crisi energetica, amplificata dall’invasione russa in Ucraina, il governo ha poi messo nero su bianco l’annunciata accelerazione sugli stoccaggi prevista nel Dl energia e annunciata da Cingolani nell’ambito del piano per l’emergenza gas. Dal Mite è infatti arrivato il decreto che anticipa il riempimento dei depositi, il cui livello dovrà essere pari ad almeno il 90%.

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